Smith: alternative alla chiusura
Il tavolo che si è riunito al ministero dello Sviluppo economico è servito a ufficializzare quello che i vertici di Smith International avevano già chiarito: nessun ritiro della procedura di mobilità aperta il 27 aprile per i 200 dipendenti dello stabilimento di Volterra (Pisa) che produce punte per perforazioni petrolifere, ma disponibilità dell’azienda a cercare soluzioni alternative alla chiusura.
Entro la prima metà di giugno – questo è l’impegno - verrà predisposto un piano industriale conricorso agli ammortizzatori sociali. Ma quel piano dovrà poi essere sotto posto al l’approvazione della multinazionale americana Schlumberger, che controlla Smith. Una doccia fredda per i sindacati e per la Regione Toscana, che avevano fatto una fuga in avanti nei giorni scorsi, annunciando il ritiro della mobilità da parte dell’azienda. «La cosa più importante è che la proprietà abbia cambiato idea – dicono ora i sindacati – adesso dobbiamo capire che intenzioni ha».
Intanto il presidente toscano, Enrico Rossi, ha scritto una lettera a Paal Kibsgaard, presidente e ad di Schlumberger Group, per chiedergli di riconsiderare la scelta di chiudere lo stabilimento, e di consentire l’utilizzo dei sette mesi residui di ammortizzatori sociali «per poter organizzare una cessione dell’attività». La questione prioritaria, secondo la Regione, non è infatti tanto «avere incentivi per una buona-uscita dei lavoratori» ma «preservarne i posti di lavoro». Il fantasma che aleggia è quello della multinazionale Trw (automotive) di Livorno, che a fine 2014 ha chiuso lo stabilimento che produceva sistemi sterzanti per auto, offrendo 60mila euro ai 412 lavoratori dipendenti.