Sul digitale il lusso raddoppia
a Il monito è uno solo: imprese, tenete gli occhi fissi sul digitale. Perché nel 2020 influirà sul 50% del totale delle vendite del settore, il doppio rispetto a quanto accade oggi. Il dato emerge dal report “Digital Frontier: the new luxury world 2020” realizzato da Exane Bnp Paribas e ContactLab. Lo studio, giunto alla sua terza edizione, restituisce una trasformazione cui le imprese di settore devono tenere testa: «Le aziende del lusso devono darsi una mossa – dice Luca Solca, managing director Equities Sector Head-Luxury Goods di Exane Bnp Paribas, a Moda24 –, devono consentire ai propri clienti di informarsi e acquistare i loro prodotti online, ma anche di rendere un capo o un accessorio direttamente in negozio».
Ad incrementare l’importanza del digitale sarà senza dubbio la crescita dell’e- commerce: se oggi le vendite online assorbono i l 6% c i r c a dei r i c avi dei brand a livello globale, tra cinque anni questa percentuale potrebbe triplicarsi, « trainata dalla sempre maggiore penetrazione di Internet in nazioni come la Cina, Paesi di grandi dimensioni, con una clientela di top spender dall’età media bassa » dice Solca.
La partita, tuttavia, si giocherà in una sfera ben più sfaccettata, quella della contattabilità digitale: tra cinque anni i clienti con digital identity – utenti registrati ( 45%) e raggiungibili via email (41%) – rappresenteranno quasi il 90% del bacino di riferimento dei brand del lusso. Non è tutto: secondo il report Exane- ContactLab i ricavi generati dagli utenti di cui i brand possiedono un’identità digitale raddoppieranno entro cinque anni. Nel 2020, infatti, l’extra spending direttamente attribuibile ai clienti digitali peserà circa il 15% del fatturato delle aziende del lusso, suddiviso tra il 5% dei clienti in-store, il 6% dei clienti online e il 3% del cliente cross channel.
L’interazione tra dimensione on e offline è un potente accelerante: «La crosscanalità – spiega Solca – sarà la chiave di volta per lo sviluppo delle aziende del lusso: chi oggi punta sulla costruzione di una rete di punti vendita senza pensare alla dimensione virtuale è indietro di almeno cinque anni». Le cifre confermano questo scenario: i clienti del segmento crosschannel hanno aumentato la porzione dei loro acquisti online, passati dal 30% del totale nel 2011 al 37% nel 2014.