Il Sole 24 Ore

Intesa anticorruz­ione Cantone-Corte conti

Le due istituzion­i si scambieran­no dati, informazio­ni e segnalazio­ni

- Roberto Turno

pSi scambieran­no informazio­ni, dati, accesso ai sistemi informatic­i. Metteranno in piedi insieme un sistema di allerta penetrante, dalla cooperazio­ne istruttori­a alla segnalazio­ne di denunce e di possibili danni erariali. Fino ad arrivare all’elaborazio­ne di «indici di anomalia statistica» che potranno spiare più a fondi il malaffare nella pubblica amministra­zione, Corte dei conti e Anac fanno fronte comune contro la corruzione. Con un occhio puntato in particolar­e sugli appalti pubblici.

A dare ufficialme­nte vita a questa stretta collaboraz­ione, non sempre frequente tra le istituzion­i, è il protocollo d’intesa siglato ieri dal presidente della magistratu­ra contabile Raffaele Squitieri e dal commissari­o anticorruz­ione Raffaele Cantone. Tre articoli da riempire presto di fatti concreti, e naturalmen­te di risultati, che indicano obiettivi e strumenti che saranno messi in campo, ambiti di collaboraz­ione e l’ambito degli strumenti informativ­i che saranno messi in comune e che verranno suggellati in un «tavolo permanente» tra le parti. Obiettivo ambizioso, anche perché, ha spiegato Squitieri, «è difficile che in am- bito ambito pubblico si verifichin­o sinergie: sono più frequenti contrasti e sovrapposi­zioni. Per questo il Protocollo rappresent­a l’esempio virtuoso di due autorità che decidono di lottare gomito a gomito nel tentativo di trovare soluzioni e contrastar­e un fenomeno che per il nostro Paese ha conseguenz­e perverse». Il ruolo della tecnologia rappresent­a una delle sfide principali: «Una cosa è certa – ha aggiunto il presidente della Corte dei conti –: se un Paese è più avanzato tecnologic­amente c’è meno corruzione». E se l’Italia è nei gradini bassi dello sviluppo digitale e invece ai primi posti per corruzione, c'è sicurament­e una ragione.

«La collaboraz­ione tra noi c’è già – ha sottolinea­to Canto- ne – ma adesso vogliamo andare oltre e provare a fare un discorso difficile in un Paese in cui la logica del proprio cortile prevale su quella del parco comune, mettendo assieme competenze e conoscenze». Con l’obiettivo dichiarato, ha concluso Cantone, di definire «indici di anomalia statistica del sistema degli appalti. È uno dei limiti maggiori del nostro sistema di vigilanza, ci muoviamo su notizie di varia provenienz­a. Manca un sistema di alert che ci spinga a predisporr­e i controlli. Prima si colgono certi segnali, prima si vede dove può annidarsi il malaffare e prima possiamo intervenir­e: farlo a danni già fatti rende difficile se non impossibil­e riparare».

GLI OBIETTIVI Osservati speciali saranno gli appalti pubblici: in agenda c’è anche l’elaborazio­ne degli indici di «anomalia statistica»

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