Intesa anticorruzione Cantone-Corte conti
Le due istituzioni si scambieranno dati, informazioni e segnalazioni
pSi scambieranno informazioni, dati, accesso ai sistemi informatici. Metteranno in piedi insieme un sistema di allerta penetrante, dalla cooperazione istruttoria alla segnalazione di denunce e di possibili danni erariali. Fino ad arrivare all’elaborazione di «indici di anomalia statistica» che potranno spiare più a fondi il malaffare nella pubblica amministrazione, Corte dei conti e Anac fanno fronte comune contro la corruzione. Con un occhio puntato in particolare sugli appalti pubblici.
A dare ufficialmente vita a questa stretta collaborazione, non sempre frequente tra le istituzioni, è il protocollo d’intesa siglato ieri dal presidente della magistratura contabile Raffaele Squitieri e dal commissario anticorruzione Raffaele Cantone. Tre articoli da riempire presto di fatti concreti, e naturalmente di risultati, che indicano obiettivi e strumenti che saranno messi in campo, ambiti di collaborazione e l’ambito degli strumenti informativi che saranno messi in comune e che verranno suggellati in un «tavolo permanente» tra le parti. Obiettivo ambizioso, anche perché, ha spiegato Squitieri, «è difficile che in am- bito ambito pubblico si verifichino sinergie: sono più frequenti contrasti e sovrapposizioni. Per questo il Protocollo rappresenta l’esempio virtuoso di due autorità che decidono di lottare gomito a gomito nel tentativo di trovare soluzioni e contrastare un fenomeno che per il nostro Paese ha conseguenze perverse». Il ruolo della tecnologia rappresenta una delle sfide principali: «Una cosa è certa – ha aggiunto il presidente della Corte dei conti –: se un Paese è più avanzato tecnologicamente c’è meno corruzione». E se l’Italia è nei gradini bassi dello sviluppo digitale e invece ai primi posti per corruzione, c'è sicuramente una ragione.
«La collaborazione tra noi c’è già – ha sottolineato Canto- ne – ma adesso vogliamo andare oltre e provare a fare un discorso difficile in un Paese in cui la logica del proprio cortile prevale su quella del parco comune, mettendo assieme competenze e conoscenze». Con l’obiettivo dichiarato, ha concluso Cantone, di definire «indici di anomalia statistica del sistema degli appalti. È uno dei limiti maggiori del nostro sistema di vigilanza, ci muoviamo su notizie di varia provenienza. Manca un sistema di alert che ci spinga a predisporre i controlli. Prima si colgono certi segnali, prima si vede dove può annidarsi il malaffare e prima possiamo intervenire: farlo a danni già fatti rende difficile se non impossibile riparare».
GLI OBIETTIVI Osservati speciali saranno gli appalti pubblici: in agenda c’è anche l’elaborazione degli indici di «anomalia statistica»