Le proroghe infinite che gravano sui mutui
Comuni ed enti territoriali in generale hanno una grande occasione per sfruttare l’abbassamento dei tassi di interesse e rinegoziare i mutui, risparmiando fino a due miliardi in tre anni da liberare in gran parte per gli investimenti. Per farlo, aderendo all’offerta di Cassa depositi e prestiti, molti hanno però bisogno di una regoletta scritta nel decreto enti locali, che permette di rivedere i contratti anche a chi non ha ancora approvato i preventivi. Ma il decreto enti locali non arriva mai al traguardo, e la Cassa è già stata costretta a rivedere una prima volta un calendario che ora è in attesa di un secondo ritocco. Ecco sintetizzata la catena delle proroghe che caratterizza ormai stabilmente la finanza locale, in cui un rinvio ne impone un altro che a sua volta ne produce un terzo. Le scadenze per chiudere i bilanci (e, incidentalmente, le aliquote di Imu, Tasi, addizionali e tariffe varie) sono state rinviate perché mancavano certezze su tagli e Patto di stabilità, la revisione dei mutui viene rimandata perché mancano i preventivi, e l’approvazione del decreto che dovrebbe chiudere il cerchio si sposta di settimana in settimana. E, ovviamente, il cerchio non si chiude mai.