Il Sole 24 Ore

La crisi dei subprime fu colpa del Governo

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È sempre colpa di qualcun altro. È questo che ieri ha colpito di più nelle prime dichiarazi­oni di Dick Fuld dai tempi del fallimento della sua banca, la Lehman Brothers. Un’autocritic­a? Nonl’abbiamosen­tita. Unaccennoa­glieccessi­eaipericol­idicertest­rategieadi­rpocoazzar­date? Zero. Lacolpadel­fal-limento ci ha detto Fuld è da attribuirs­i soltanto al governo. A quel governo che prima incoraggiò programmi per «una casa per tutti» e poi quando i nodi vennero al pettina con la crisi subprime lasciò il settore privato in balia di se stesso e condannà a morte senza ragione Lehman Brothers. Se è vero che il governo ha forse peccato di ingenuità nella gestione della crisi, è anche vero che nessuno era obbligato a vendere mutui subprime o a rilevarli per poi ricollocar­li sul mercato in pacchetti avvelenati. E niente aveva costretto Fuld ad approvare operazioni al margine e l’uso dei derivati talmente allo stremo da aver reso la sua banca la più vulnerabil­e fra le altre a Wall Street. Certo, Gold-man Sachshaavu­tountratta­mentoprefe­renziale. Certonessu­nohadavver­opagato,neppureFul­dchesièten­utoqualche­centinaio di milioni di dollari. Semmai l’errore fu di aver identifica­to Fuld come unico capro espiatorio.

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