La crisi dei subprime fu colpa del Governo
È sempre colpa di qualcun altro. È questo che ieri ha colpito di più nelle prime dichiarazioni di Dick Fuld dai tempi del fallimento della sua banca, la Lehman Brothers. Un’autocritica? Nonl’abbiamosentita. Unaccennoaglieccessieaipericolidicertestrategieadirpocoazzardate? Zero. Lacolpadelfal-limento ci ha detto Fuld è da attribuirsi soltanto al governo. A quel governo che prima incoraggiò programmi per «una casa per tutti» e poi quando i nodi vennero al pettina con la crisi subprime lasciò il settore privato in balia di se stesso e condannà a morte senza ragione Lehman Brothers. Se è vero che il governo ha forse peccato di ingenuità nella gestione della crisi, è anche vero che nessuno era obbligato a vendere mutui subprime o a rilevarli per poi ricollocarli sul mercato in pacchetti avvelenati. E niente aveva costretto Fuld ad approvare operazioni al margine e l’uso dei derivati talmente allo stremo da aver reso la sua banca la più vulnerabile fra le altre a Wall Street. Certo, Gold-man Sachshaavutountrattamentopreferenziale. Certonessunohadavveropagato,neppureFuldchesiètenutoqualchecentinaio di milioni di dollari. Semmai l’errore fu di aver identificato Fuld come unico capro espiatorio.