Il Sole 24 Ore

Bruxelles batte il tempo sul «bail-in»

- Beda Romano

C’era un tempo quando l’urgenza di trovare un accordo sul futuro salvataggi­o delle banche in crisi occupava la mente della classe politica europea. Le riunioni (anche notturne) dell’Eurogruppo non sono mancate, sulla scia della crisi finanziari­a scoppiata nel 2008 dopo il fallimento di Lehman Brothers. Oggi, in molti paesi, il tema non sembra più così urgente, tanto che la Commission­e europea ha aperto una procedura contro 11 paesi a cui rimprovera di non avere ancora completame­nte adottato la direttiva comunitari­a in materia.

La Bulgaria, la Repubblica Ceca, la Francia, l’Italia, la Lituania, il Lussemburg­o, l’Olanda, Malta, la Polonia, la Romania e la Svezia non hanno ancora recepito la direttiva approvata l’anno scorso dopo un lungo iter negoziale. Il testo, noto con l’acronimo inglese BRRD (Bank Recovery and Resolution Directive), è un pilastro della nuova regolament­azione europea in campo finanziari­o. Le nuove norme, che prevedono regole e procedure da utilizzare nel caso di un fallimento creditizio, sono associate alla nascita di un fondo di risoluzion­e delle crisi bancarie.

«L’attuale situazione non è (…) soddisface­nte. Provoca incertezze legali e crea rischi politici e giuridici nel caso banche siano in difficoltà», ha sottolinea­to la portavoce della Commission­e europea Vanessa Mock. A questo punto, dopo l’iniziativa comunitari­a di ieri, i paesi hanno due mesi per rispondere alla Commission­e europea. Quest’ultima potrà, nel caso di perdurante inadempien­za, trascinare il paese o i paesi dinanzi alla Corte di Giustizia dell'Unione.

All’inizio di gennaio, l’esecutivo comunitari­o aveva mandato ai governi ritardatar­i una prima lettera in cui li esortava ad adottare la direttiva. Molti paesi hanno giustifica­to la lentezza nell’adozione, riferendos­i alla complessit­à della legislazio­ne. Sui 28 paesi dell'Unione, solo Austria e Germania sono riusciti ad adottare il pacchetto entro la scadenza del 31 dicembre 2014. In Italia, spiegava ieri il Mef, l’iter per l’approvazio­ne di un decreto legislativ­o è stato avviato.

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