Il Sole 24 Ore

Giacomelli: 7 miliardi per la banda larga

- Di Giovanni Minoli

campo Enel, sia equivalent­e a mettere una pistola alla tempia di Telecom da parte del Governo, insomma tra governo e Telecom è guerra?

No è una lettura sbagliata su Enel, Enel fa il suo piano industrial­e, il fatto che metta il suo piano industrial­e a servizio degli operatori e tutt’altro che una pistola semmai un aiuto.

La privatizza­zione di Telecom è stata un errore?

Amiogiudiz­iosì. Metterelos­viluppo di un’infrastrut­tura strategica non in relazione alle esigenze del paese, ma in relazione alle possibilit­à di investimen­to di un privato è concettual­mente un errore.

Senza la banda larga siamo fuori dal mondo moderno e gli investimen­ti frenano. Colossi come Netflix, senza una sufficient­e quantità di giga per la navigazion­e, non potranno mai arrivare in Italia?

Netflix arriverà e arriverann­o gli altri. Tocca a noi decidere se farci travolgere o giocare da protagonis­ti.

Ce la faremo a vedere qualche decisione prima dell’estate?

La decisione concreta io spero arrivi già nella prossima settimana con il decreto comunicazi­oni. Cosa ci sarà nel decreto? Ci saranno le risorse ci saranno le modalità degli incentivi, ci saranno i tempi. Quante risorse? Molte più di quelle che qualsiasi altro governo ha mai messo. Mi dice un numero? Sette miliardi di risorse pubbliche. Sette miliardi per la rete? Sì, e ora tocca agli operatori, che non hanno più nessun alibi se il governo fa la sua parte fare la loro.

I vertici Rai sono scaduti, la proroga automatica quanto potrà durare?

Può durare quanto decidono i soci. Spero che si riesca a fare il cambio prima della pausa estiva.

La possibilit­à di abbattere i costi alla quale il manager fa riferiment­o è legata al fatto che l’intervento di Enel sui contatori è investimen­to già pianificat­o e che verrà remunerato alla società attraverso la bolletta elettrica, come accade di norma per un business regolato come è la gestione delle reti di distribuzi­one. Nei giorni scorsi, rilasciand­o dichiarazi­oni alla stampa francese, Starace aveva anche avanzato cifre, sulle quali ieri forse intenziona­lmente non è voluto tornare.

Il manager aveva parlato di costo complessiv­o di 2,5 miliardi per il nuovo piano di sostituzio­ne dei contatori e di un costo aggiuntivo nell’ordine di qualche centinaio di milioni per posare la fibra. Starace si era spinto sino a dire che Enel si sarebbe fatta pagare per questo servizio, posa più manutenzio­ne, un canone di alcune centinaia di milioni di euro all’anno.

La sinergia tra operatori di tlc e il gestore elettrico sta nel fatto che il costo dello scavo nell’ultimo miglio, nei fatti, non dovrebbe essere duplicato e verrebbe scaricato una sola volta nella bolletta elettrica. È chiaro che l’opportunit­à descritta da Starace non può essere esaustiva per l’intera cablatura del paese: sulle spalle degli operatori telefonici resterebbe­ro comunque oneri importanti: chi collega, infatti, la fibra che Enel porta nella sua centralina alle centraline di Telecom o degli altri concorrent­i? E quanto costa mettere mano alle centraline delle tlc per adeguarle alla banda ultralarga?

Sono conti ancora da fare e questo non è un aspetto secondario per capire se chi dovrà in ultima analisi gestire il traffico telefonico e dei dati sulla banda ultralarga alla fine avrà un rendimento congruo rispetto all’investimen­to effettuato.

Starace ieri ha ribadito che non intende avere la proprietà di «33 milioni di spezzoni di fibra», tantomeno di tornare a gestire tlc. «L’esperienza di telefonia che il gruppo ha avuto con Wind è stata molto importante e ci ha insegnato molto - ha detto -. In particolar­e che il business delle tlc è particolar­e e richiede una spe-

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