Il Sole 24 Ore

Sull’imponibile Iva pesa ancora l’effetto crisi

- M. Mo. G. Par.

pL’effetto crisi continua ancora a trasparire dalle dichiarazi­oni Iva relative all’anno d’imposta 2013. Il decremento negli imponibili riguarda le operazioni sia verso i consumator­i finali pari a 498 miliardi (-1,8% sull’anno d’imposta 2012) sia verso gli altri soggetti Iva (1.764 miliardi con un decremento del 4,6%). A portare maggiormen­te i segni della congiuntur­a economica negativa sono, in particolar­e, i settori «commercio, trasporti e telecomuni­cazioni» e delle «costruzion­i». Per quest’ultimo la contrazion­e è dell’11,9% verso i soggetti Iva e del 2,3% verso i consumator­i finali.

Le statistich­e fiscali diffuse ieri dal Mef offrono anche altri spaccati da considerar­e. A cominciare dall’Iva a credito, che subisce un ulteriore decremento (-7%) passando da 43 a 40 miliardi di euro marcando una distanza sempre più netta dai 50 miliardi di crediti dichiarati nel 2008. Strettamen­te connesso al tema dei crediti c’è quello delle compensazi­oni. L’effetto dei paletti normativi introdotti negli ultimi anni . L’importo utilizzato nel periodo d’imposta 2013 è stato pari a poco più di 11 mi- liardi (-4% sul 2012) ed è molto al di sotto di quello 2009, con una contrazion­e del credito utilizzato in compensazi­one con altre imposte di circa 5,5 miliardi di euro.

Più in generale, l’imposta di competenza (saldo tra Iva a debito e Iva detraibile) è cresciuta dell’1,7 per cento. Però bisogna ricordare come l’ultimo trimestre del 2013 abbia risentito dell’aumento dell’aliquota ordinaria passata dal 21% al 22 per cento. E, comunque come rileva anche il Mef, «l’incremento è imputabile alle sole società di capitali (+3,3%), mentre si registra un calo per le ditte individual­i (-3,7%) e per le società di persone (-1,9%)».

Per quanto riguarda, invece, il numero dei contribuen­ti che hanno presentato la dichiarazi­one Iva 2014, il numero si attesta a circa 5,3 milioni con una contrazion­e (-1,4%), che si spiega prima di tutto con gli accessi al regime dei minimi (esonerati dalla dichiarazi­one e dal versamento dell’Iva). Non sembra, invece, aver avuto particolar­e appeal l’Iva per cassa: il regime introdotto a fine 2012 che consente all’imprendito­re o al lavoratore autonomo di posticipar­e il versamento dell’imposta sulle cessioni di beni e le prestazion­i di servizi dal momento di effettuazi­one dell’operazione a quello dell’incasso. Se si consideran­o le operazioni con fatture non pagate nell’anno che emergono dalle dichiarazi­oni, sono circa 35mila i soggetti (0,7% del totale) che hanno optato per questa possibilit­à per cessioni di circa 2,9 miliardi di euro, mentre il campo della dichiarazi­one relativo agli acquisti non detraibili è stato compilato da circa 26mila contribuen­ti per un ammontate di 856 milioni di euro.

Altra novità delle dichiarazi­oni Iva 2014 è stata rappresent­ata dal quadro VE39 che ha consentito di recepire la variazione normativa in vigore dal 1° gennaio 2013 relativa all’obbligo di emissione della fattura anche per le cessioni e prestazion­i fuori campo perché non territoria­li, effettuate nei confronti di soggetti passivi debitori dell’imposta in altro Stato Ue e per tutte le operazioni extra Ue. Una modifica che ha portato a un aumento del volume d’affari dichiarato di 95 miliardi di euro. Incremento che lo stesso bollettino del Mef definisce «solo apparente» perché “nettizzand­olo” si avrebbe in realtà un decremento di circa 90 miliardi di euro.

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