Sequestri e confische strumenti anti-mafie
pDi contrasto alle mafie e gestione dei beni sequestrati e confiscati hanno parlato ieri i dottori commercialisti al convegno organizzato a Ostia dal Consiglio nazionale e dalla Fondazione, nella sede della Scuola di polizia tributaria della Guardia di finanza.
Gli ospiti di Gerardo Longobardi, presidente dei commercialisti, hanno espresso alto gradimento per il pacchetto sicurezza e per il codice antimafia, che hanno esteso le competenze dell’autorità giudiziaria sulle misure di prevenzione patrimoniali con l'obiettivo della confisca. «Leggi fatte non sull'onda dell'emergenza – ha sottolineato il procuratore capo di Roma, Giuseppe Pignatone – ma con un disegno logico che ha toccato tre punti: ha allargato la platea dei destinatari, potendo colpire per reati di corruzione anche i colletti bianchi, ha interrotto il nesso tra misura personale e patrimoniale, dà la possibilità di sequestrare beni anche a persone decedute».
Dello stesso avviso il procuratore nazionale antimafia, Franco Roberti, che tuttavia ha sollevato una polemica, parlando dell'esigenza di applicare alla corruzione «gli stessi strumenti per il contrasto alle mafie». Inoltre, ha criticato lo strumento delle “segnalazioni per operazioni sospette”, unico mezzo per individuare i casi di riciclaggio: «Abbiamo pensato, insieme alla Dia, di accelerare i tempi con lo scambio immediato delle “segnalazioni per operazioni sospette”.