Antiriciclaggio, segnalazioni in crescita (lieve) per sportelli bancari e postali
Tra i professionisti I 5.500 notai in testa con 2.156 segnalazioni Commercialisti e avvocati in coda: 155
Crescono dal 2013, ma calano nel secondo semestre del 2014 le sos (segnalazioni di operazioni sospette) dalle banche. L’Unità d’informazione finanziaria, il braccio operativo antiriciclaggio di Banca d’Italia guidato da Claudio Clemente, ha pubblicato i dati della seconda parte del 2014 sull’afflusso dal sistema delle operazioni considerate a rischio riciclaggio. Si tratta di una pubblicazione preliminare alla relazione al ministero dell’Economia che anticipa la presentazione pubblica dei dati prevista il 13 luglio. Si è appreso così che il numero complessivo di sos pervenute alla centrale di analisi, nel corso del 2014, è stato di 71.758 unità: 7.157 in più rispetto al 2013. Di queste, 37.575 sos si riferiscono alla prima metà dell’anno e 34.183 sono quelle pervenute nella seconda parte del 2014. Questo significa 3.392 segnalazioni in meno nel semestre che, a giudizio degli analisti dell’Uif, sono da ricondurre alla categoria degli intermediari bancari. In dettaglio, banche e Poste nel 2014 hanno prodotto un totale di 59.048 segnalazioni (5.303 più che nel 2013). Nel primo semestre erano state 30.821 e 28.227 nella seconda con una flessione di 2.594 unità.
A questo si deve aggiungere un dato ulteriore: gli sportelli bancari in Italia sono 31.759; quelli postali sono 12.941. L’aggregato banche e posta, dunque, è formato da 44.700 sportelli. Una semplice divisione tra il numero delle sos proveniente da banche e posta (59.048) porta a un numero di 1,32 segnalazione per sportello. Cioè una media di poco più di una segnalazione all’anno. Un dato giudicato da chi deve fare indagini sul fenomeno (il Nucleo speciale di polizia valutaria della Guardia di Finanza in testa) ancora ben lontano dalla sufficienza.
Nello stesso periodo il numero di segnalazioni trasmesse agli organi investigativi preposti ad analizzarle (il Nspv e la Direzione investigativa antimafia (la Dia) sono state 36mila: un dato che da solo indica la mole delle pratiche pregresse “trattate” e smaltite dagli uomini dell’Uif.
Al di là dei dati numerici strutturali è interessante notare come ancora una volta gli alert che giungono da alcune categorie professionali siano frammentate e intermittenti se non quasi completamente assenti. La legge 231 del 2007 che ha recepito la terza direttiva dell’Unione europea in tema di riciclaggio e finanziamenti al terrorismo pone anche in capo a definite categorie professionali più esposte al rischio, alcuni obblighi cogenti che sono stati recepiti nel corso degli anni in modo piuttosto faticoso.
Notai, commercialisti, avvocati, società di revisione e, ancora, gli operatori non finanziari come i compro oro, i gestori di giochi e scommesse, sono tutti soggetti obbligati dalla normativa a segnalare quelle operazioni che per entità o natura si prestino al reimpiego di denaro frutto di delitto. La categoria professionale che s’impone su tutte, e con molte lunghezze di vantaggio sulle altre è quella dei notai. Nel corso del 2013, infatti, le segnalazioni provenienti dalla categoria erano state 1.824: 902 nel corso della prima metà dell’anno, e 922 nel corso della seconda. Nel 2014, invece nella prima parte dell’anno le segnalazioni notarili sono state 1.106 e 1.080 nella seconda parte per un totale complessivo di 2186 segnalazioni. Va detto che i notai in Italia sono circa 5.500. Un numero drasticamente inferiore a quello dei commercialisti (116mila iscritti all’albo). Da loro pochissime segnalazioni: in tutto il 2013 erano state appena 98. Nel 2014 erano 148. Per gli avvocati (vincolati da un segreto professionale per definizione cogente e invalicabile) il numero è risibile: 7 sos.