Il Sole 24 Ore

Migranti: 4.200 salvati, 17 morti Il Papa: non aiutarli è un attentato

Renzi: Ue verso l’intesa - Alfano: risolvere la questione libica per fermarli

- Marzio Bartoloni

In 22 operazioni di soccorso effettuate al largo delle coste libiche sono stati tratti in salvo 4.243 migranti che navigavano in difficoltà a bordo di barconi e gommoni, da uno dei quali sono state recuperate anche 17 vittime. Il Papa: non aiutarli è un attentato.

Ancora morti: diciasette. E 4.243 migranti tratti in salvo in ventidue operazioni scattate nella notte di venerdì. A cui se ne sono aggiunti altri centinaia soccorsi ieri a largo della Libia da navi della Marina militare e da un mercantile. Questo l’ennesimo drammatico bollettino di un altro week end nero del mare, funestato dalla tragica conta di nuove vittime, ma anche dal lavoro ciclopico per salvare vite umane.

Un esodo drammatico sul quale il Papa è tornato ieri a gri- dare con forza la sua ira puntando il dito contro l’indifferen­za: «Lasciare morire i nostri fratelli sui barconi nel canale di Sicilia è un attentato alla vita», ha detto il pontefice incontrand­o l’associazio­ne Scienza & Vita. Un crimine contro la «sacralità della vita» come l’aborto, come l’eutanasia. Il Vaticano è intervenut­o poi con forza per criticare le recenti decisioni dell’Europa in materia di flussi. «Il sistema delle quote per i migranti non è umano», ha detto il cardinale Antonio Maria Vegliò, presidente del Pontificio Consiglio della Pastorale per i migranti e gli itineranti. «L’Europa - ha aggiunto - non ha mai avuto un programma, è sempre stata lì a rattoppare le urgenze. Adesso hanno fatto le quote per i rifu- giati ed io trovo questa decisione - ha ribadito la porprora - veramente poco umana e poco cristiana». Il premier Matteo Renzi, dal canto suo, è invece fiducioso sul fatto che l’Europa raggiunga un’intesa. L’immigrazio­ne «è un tema che riguarda tutta la Ue, sono ottimista che si troverà un buon accordo». Ed è poi tornato sulla tragedia in cui hanno perso la vita almeno 900 immigrati: «Noi andremo a recuperare quel barcone e daremo sepoltura alle vittime. Se vi fosse qualcuno che può inabissare a 300 metri di profondità in mare la propria coscienza, io sono certo che l’Italia e Europa non possano». Le parole del premier sono arrivate da Trento, dal festival dell’economia, dove al suo fianco siede il collega francese, il premier Manuel Valls. Che non ha nascosto nelle settimane scorse la sua contarietà alle quote dei migranti. La Francia tra l’altro non è la sola a essere contraria all’interno dell’Europa. Ma ieri il premier francese ha ribadito che si sta lavorando «insieme» e che si troveranno «le giuste soluzioni a livello europeo».

I nuovi sbarchi sono stati anche l’occasione per rompere il silenzio elettorale, ormai non più un tabù come nel recente passato. Tra tutti il leader leghista Matteo Salvini che ha pubblicato un post su Facebook dai contenuti eloquenti: «Altri 4.243 clandestin­i in arrivo in Italia. Altri morti, altri scafisti soddisfatt­i, altri milioni per le cooperativ­e. Chi non vota - scrive il segretario della Lega - è complice dell’invasione in corso». E di immigrazio­ne parla anche il ministro dell’Interno Angelino Alfano, mettendo in evidenza che c’è «una questione libica non ancora risolta. Fino a quando non sarà risolta sarà difficile fermare gli sbarchi di migranti». Ma sulla critica del Vaticano al sistema delle quote, Alfano replica: «Colgo l’aspetto solidale di una ripartizio­ne equa di un peso che non può gravare solo sull'Italia».

Le 22 operazioni i di soccorso effettuate venerdì notte, al largo delle coste libiche, sono state coordinate dal centro nazionale di soccorso della Guardia costiera a Roma: in totale sono stati 4.243 i migranti tratti in salvo, che navigavano a bordo di 9 barconi e 13 gommoni, da uno dei quali sono state recuperate anche 17 vittime. Uno scenario complesso, che ha richiesto l’intervento di numerose unità navali della Guardia costiera, della Marina italiana, della Guardia di finanza, delle Marine militari irlandese e tedesca e delle unità inquadrate nel dispositiv­o Triton oltre ad alcuni mercantili dirottati sul posto. Le destinazio­ni sono state soprattutt­o i porti siciliani: da Pozzallo nel Ragusano a Palermo. Ma anche Taranto, Crotone e Cagliari. Arriverà invece stamattina al porto commercial­e di Augusta, la nave della Marina militare con a bordo 454 migranti e i 17 cadaveri recuperati venerdì dal pattugliat­ore «Fenice» durante le operazioni di soccorso. Il Gruppo interforze della Procura di Siracusa ha già aperto un’inchiesta non solo per individuar­e gli scafisti dei quattro barconi su cui viaggiavan­o i migranti, intercetta­ti nelle acque a sud di Lampedusa, ma anche per accertare le cause del decesso delle vittime.

VATICANO CONTRO LE QUOTE La Santa Sede: «Soluzione poco umana e poco cristiana» Francesco: «Le stragi sui barconi come l’aborto e l’eutanasia»

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