Quel che resta della musica condivisa
C'era un tempo in cui condividere musica era un'opera anonima. Era l'era del peer to peer, di quella pratica spesso illegale di condividere file con il mondo senza conoscere mittente e destinatario. I vari Napster, Win MX ed Emule facevano di tutto per mantenere segreta l'identità di chi condivideva un contenuto o lo scaricava. Tranne rari casi, non c'erano nickname o altri identificativi. Il mondo però è cambiato. Il P2P ha subito duri colpi da parte di major e governi, Napster e Win MX sono morti, i torrent sono roba per pionieri e lo streaming musicale ha riportato in scena la condivisione legale. Visto che si possono ascoltare brani in cambio di messaggi pubblicitari, non vale più la pena scaricare. Così l'uomo dell'ombra conquista la platea e si mette in luce. Da Spotify a Tidal, le app di streaming spingono l'utente a urlare al mondo ciò che sta ascoltando, postando i brani in riproduzione in quel momento su tutti i social possibili. iTunes e Amazon lanciano messaggi su ciò che abbiamo scaricato (legalmente) e perfino gli artisti, un tempo acerrimi nemici della musica liquida, diventano promotori degli mp3. Il rapper Jay-Z per esempio, è il patron di Tidal, l'avversario in alta risoluzione di Spotify. SoundCloud permette a tutti di condividere le proprie tracce postandole su una piattaforma semplice e lineare con tanto di commenti degli utenti riferiti a singoli istanti dei brani. Da ultimo anche la corazzata Apple ci riprova. Messo da parte il fallimentare Ping, a giugno dovrebbe lanciare Artist Activity. Funzione inserita all'interno di Apple Music, il nuovo servizio musicale per iOS, consentirà agli artisti di creare un contatto con gli utenti condividendo novità sui propri lavori o consigliando tracce altrui. Immaginare questo mondo perfettamente legale ai tempi di Napster e di scaricamenti celati sotto VPN sarebbe stata una follia. Ora però che tutto è irregimentato e il P2P non fa più paura, la socialità musicale cambia il nostro modo di essere. Da meri diffusori anonimi diventiamo star che vivono di luce riflessa. Non siamo più ciò che mangiamo ma ciò che ascoltiamo e non vediamo l'ora di farlo sapere al mondo