Black list di Mosca, al bando 89 alti funzionari europei
Nell’elenco di politici e militari a cui è vietato l’ingresso in Russia non ci sono italiani
Non cisono politiciitalianinella lista nera di Mosca, la risposta del Cremlino alle sanzioni europee. Al contrario, nell’elenco di 89 persone – per lo più parlamentari e militari - a cui è vietato l’ingresso nella Federazione Russa il Paese più rappresentato è la Polonia, con 18 nomi tra cui l’ex primo ministro Jerzy Buzek, e poi i Paesi Baltici, la Germania, la Gran Bretagna.
Come aveva annunciato venerdì il premier olandese Mark Rutte, nei giorni scorsi la Russia aveva consegnato una lista alle proprie ambasciate nell’Unione europea, senza però renderlanota: «Chiunque creda di non avere il permesso di entrare può andare all’ambasciata russa e scoprirlo», aveva detto il viceministro degli Esteri Aleksej Meshkov spiegando che il desiderio di «proteggere le informazioni personali di chi è in lista» è una politica migliore di quella dei partner occidentali, «urlare i nomi dai tetti delle case». Ma dopo aver fermato in questi mesi al confine diversi parlamentari europei – l’ultimo caso quello del deputato tedesco Karl-Georg Wellmann, invitato a Mosca per parte- cipare a discussioni sull’Ucraina e rispedito domenica scorsa a Berlino – i russi avevano accettato di trasmettere i nomi anche alla rappresentanza dell’Unione Europea a Mosca, il 27 maggio scorso.
L’iniziativa di Mosca precede di un mese la decisione cruciale del Consiglio europeo, che a fine giugno dovrà decidere se proro- gare o meno le sanzioni economiche alla Russia e i divieti di ingresso nella Ue rivolti a cittadini russi e ucraini legati all’annessione della Crimea alla Federazione Russa e alla successiva rivolta del Donbass. La tregua in vigore dal 14 febbraio ha ridotto nettamente l’intensità dei combattimenti, tra Donetsk e Luhansk, ma non ha portato la pace: gli scontri potrebbero riprendere in qualsiasi mo- mento. E mentre l’agenzia Reuters riferisce di un nuovo ammassamento di uomini e armamenti ai confini tra Russia e Ucraina, a Bruxelles ci si prepara a un dibattito acceso sulle sanzioni. Recentemente il cancelliere tedesco Angela Merkel si è detta convinta che saranno prorogate.
Insieme all’Italia sono pochi i Paesi che non compaiono nell’elenco degli indesiderati in Russia: Austria, Slovenia, Croazia, Portogallo, Cipro, Ungheria, Irlanda, Malta, Slovacchia, Lussemburgo. Tra i personaggi “banditi” invece ci sono l’ex premier belga Guy Verhofstadt, deputato liberale all’Europarlamento, che nelle scorse settimane aveva invocato un’inchiesta indipendente sull’assassinio di Boris Nemtsov, leader dell’opposizione russa. Tra i nomi più noti, l’ex vicepremier liberaldemocratico britannico Nick Clegg, il primo presidente lituano dopo l’indipendenza dall’Urss, il conservatore Vytautas Landsbergis, i francesi Bernard-Henri Levy e Daniel Cohn-Bendit, Michael Fuchs, vice capogruppo parlamentare Cdu-Csu al Bundestag. «Putin mi ha messo nella sua lista nera – twitta il deputato conservatore belga Mark Demesmaeker – non sono benvenuto in Russia. Troppo onore per me, signor Putin!».
Tra i Paesi più presenti nell’elenco, la Germania ha chiesto spiegazioni a Mosca. «Il governo tedesco si aspetta dalle autorità russe la pubblicazione della lista e le basi giuridiche su cui contestarla», scrive una nota del ministero degli Esteri tedesco. La lista, secondo l’olandese Rutte, «non si basa sulla legge internazionale, non è trasparente e non può essere portata in un tribunale». Diversamente, la lista nera europea – 151 persone e 37 società russe e ucraine, un elenco adottato in date diverse - è pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale della Ue.
LA CLASSIFICA DEI «CATTIVI» Il Paese più colpito è la Polonia, seguono i Baltici, la Gran Bretagna e la Germania. Tra i nomi più noti l’ex premier belga Verhofstadt