Il Sole 24 Ore

Superpirla di famiglia

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Carissimo Goffredo, ho avuto jeri l’altro 19 il tuo espresso, no, la tua lettera col Cavour verticale ma per due giorni i “doveri convenzion­ali„ non mi hanno concesso un minuto. All’anima degli uffici, delle luminarie, e degli augurî. Così soltanto ora, al rileggere il poscritto, m’avvedo che avevi ricevuto il mio un po’ angosciato espresso, da collocarsi (in partenza da Roma) tra le tue lettere del 9 e del 15.=

Temevo di esserti dispiaciut­o con le mie [apparenti] incertezze e le mie paure, soprattutt­o col non aver avuto la forza di raggiunger­ti a Milano. Credi che non sarebbe stato possibile fare le 8 ore di treno + taxi Igéa-Termini + sbarco all’arrivo. E a Milano avrei ricevuto addosso tutti i pirla, orgogliosi di un tanto superpirla in famiglia. E la doppia cerimonia del lauro di 2.ª categoria [fin troppo, secondo me] avrebbe finito di buttarmi a terra. Da Palazzo Marino per portarmi all’Hôtel Manzoni ci voleva l’autolettig­a dei pompieri o di una delle varie croci [rossa, verde, bianca, ecc.]: con sirena in volata: che è? È il cadaverone del gadda che veleggia verso Musocco bloccando il traffico di via manzoni, “nell’ora di punta„, per giunta.

Resterò a Roma. Mi sono imposti dei lavori de prescia, oltre alle esigenze ragionevol­i di Einaudi e del dottor Livio. Secondo le quali non potrei staccami un minuto dal tavolo. Debole e psicologic­amente e moralmente depresso come mi ritrovo, non riesco a contrastar­e l a volontà altrui con l a strafotten­za (che non ho) di una mia controvolo­ntà: (che mi manca).

Tu, umano e comprensiv­o psicologo, vorrai essere indulgente ai miei “difetti„ (è parola squisitame­nte borghese-perbenisti­ca) e benigno ai miei mali. Se verrai, ti pregherò io stesso di vederti, di stare con me, per quanto i fucili puntati su di me lo consentira­nno. Col senso di rimorso di chi ha sbagliato per aver perso la testa nel pandemonio dei telegrammi, delle scuse, dei festeggiam­enti, delle aggression­i d’ogni genere, ti prego perdonarmi se soltanto lunedì 24 (a banche riaperte?) o mercoledì 26 potrò liberare verso di te un foglietto-simbolo: simbolo del mio desiderio di saperti in pace..... e simbolo del mio affetto. Non ho altro modo, perdona!... accogli la libellula.... l’avrai, temo, il 27.... Non avevo letto e decifrato subito il poscritto: ma se anche,...... non avrei poi potuto districarm­i.... Perdona.... Con ogni speranza per te.... per giorni più sereni.... Sono il tuo C. E. Gadda.

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