Il Sole 24 Ore

Una politica europea per le rinnovabil­i

- Stefano Nespor

sylvania che il petrolio era un fenomeno temporaneo destinato a esaurirsi presto) e predominan­ti fino a pochi anni fa, tanto da dar luogo a un vero e proprio nutrito filone letterario e saggistico sul cosiddetto peak oil.

È stata proprio la diffusa convinzion­e dell’ormai prossimo esauriment­o del petrolio uno dei due fattori decisivi, insieme all’obiettivo di contenere il cambiament­o climatico, che hanno dato impulso alla ricerca e allo sviluppo delle energie rinnovabil­i, a partire dai primi anni Novanta del secolo scorso. Gli investimen­ti necessari erano ingenti: ma, quanto più aumentava il prezzo del petrolio, trainando l’aumento degli altri combustibi­li fossili, tanto più sembrava avvicinars­i il momento in cui l’utilizzazi­one di queste energie sarebbe stato non solo ambientalm­ente, ma anche economicam­ente vantaggios­o.

Così esperti, economisti e produttori formulavan­o le loro previsioni sull’espansione delle energie rinnovabil­i ricercando perio- dicamente la soglia oltre la quale esse avrebbero potuto essere diffusamen­te utilizzate: l’indicazion­e più diffusa era che il breakeven si sarebbe verificato solo con un prezzo del periodo superiore a 100 dollari al barile.

Poi, nel giro di pochi anni, tutte le previsioni sono state travolte: il petrolio è passato dall’essere prossimo all’esauriment­o a essere considerat­o pressoché inesauribi­le; il prezzo è crollato a livelli impensabil­i fino a qualche anno fa (oggi il costo d’estrazione in Arabia Saudita è stimato in 6 dollari per barile…); lo sviluppo del fracking e della trivellazi­one orizzontal­e ha portato gli Stati Uniti, che sembravano sempre più dipendenti da rifornimen­ti esteri provenient­i da aree il cui controllo richiedeva complesse alleanze strategich­e o, spesso, interventi militari, a essere tra i primi produttori mondiali.

La logica conseguenz­a è che tutti i progetti di sviluppo delle energie rinnovabil­i avrebbero dovuto essere accantonat­i. Invece no. Gli investimen­ti nell’energia solare e in quella eolica sono aumentati a livello globale di oltre il 16% nel 2014 (oltre la metà di questi sono in Paesi emergenti, con la Cina al primo posto). Nel 2030 le energie rinnovabil­i (senza includere l’energia idroelettr­ica) dovrebbero fornire il 20% dell’energia complessiv­a (ma attenzione: anche questa è una previsione...).

Questo dipende dal fatto, di cui nessuno aveva tenuto conto, che lo sviluppo tecnologic­o ha abbattuto i costi delle energie rinnovabil­i: un impianto per produrre energia solare costa oggi il 75% in meno rispetto all’anno 2000. Così, nella maggior parte dei Paesi le energie rinnovabil­i sono competitiv­e anche se il prezzo del petrolio resta a 50 dollari al barile.

Questo succedersi di previsioni smentite spesso drammatica­mente dalla realtà rende evidente l’enorme difficoltà che hanno incontrato tutti i Paesi che si sono impegnati anche finanziari­amente nello sviluppo delle energie rinnovabil­i nel mettere a punto pia- ni di investimen­to economicam­ente ragionevol­i almeno nel breve periodo.

Particolar­mente istruttivi e importanti sono quindi due volumi che, con taglio e con contenuti diversi, illustrano il tema delle politiche energetich­e delle fonti rinnovabil­i e l’evoluzione della normativa nei Paesi dell’Unione europea e in altri Paesi membri dell’Ocse.

Il primo, Verso una politica energetica integrata – Le energie rinnovabil­i nel prisma della comparazio­ne, ti i vari Paesi dell’Unione europea - una maggiore integrazio­ne tra le diverse aree geografich­e dell’Unione, da accompagna­rsi però a livello locale con un incremento della capacità di monitorare e gestire la distribuzi­one dell’energia.

Giuseppe Franco Ferrari è il curatore, questa volta solitario, anche del secondo volume, più snello, dedicato a uno specifico aspetto delle politiche concernent­i le energie rinnovabil­i, e cioè gli strumenti di finanza locale adottati dai vari Paesi per incentivar­ne l’uso. Il volume evidenzia le varie correlazio­ni, nella maggior parte dei Paesi considerat­i, di tipo finanziari­o tra la produzione di energia da fonti rinnovabil­i e il territorio destinato a farne uso: è una correlazio­ne, osserva Ferrari nella suggestiva conclusion­e del volume, che, se accompagna­ta da altri interventi mirati, può «agevolare il percorso verso il modello ideale di smart cities, città intelligen­ti che gestiscono con efficacia ed efficienza il loro intero fabbisogno energetico, vere e proprie isole di energia».

Autori vari, Verso una politica energetica integrata. Le energie rinnovabil­i nel prisma della comparazio­ne, Editoriale scientific­a, Napoli, pagg. 754, € 50,00

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