Una politica europea per le rinnovabili
sylvania che il petrolio era un fenomeno temporaneo destinato a esaurirsi presto) e predominanti fino a pochi anni fa, tanto da dar luogo a un vero e proprio nutrito filone letterario e saggistico sul cosiddetto peak oil.
È stata proprio la diffusa convinzione dell’ormai prossimo esaurimento del petrolio uno dei due fattori decisivi, insieme all’obiettivo di contenere il cambiamento climatico, che hanno dato impulso alla ricerca e allo sviluppo delle energie rinnovabili, a partire dai primi anni Novanta del secolo scorso. Gli investimenti necessari erano ingenti: ma, quanto più aumentava il prezzo del petrolio, trainando l’aumento degli altri combustibili fossili, tanto più sembrava avvicinarsi il momento in cui l’utilizzazione di queste energie sarebbe stato non solo ambientalmente, ma anche economicamente vantaggioso.
Così esperti, economisti e produttori formulavano le loro previsioni sull’espansione delle energie rinnovabili ricercando perio- dicamente la soglia oltre la quale esse avrebbero potuto essere diffusamente utilizzate: l’indicazione più diffusa era che il breakeven si sarebbe verificato solo con un prezzo del periodo superiore a 100 dollari al barile.
Poi, nel giro di pochi anni, tutte le previsioni sono state travolte: il petrolio è passato dall’essere prossimo all’esaurimento a essere considerato pressoché inesauribile; il prezzo è crollato a livelli impensabili fino a qualche anno fa (oggi il costo d’estrazione in Arabia Saudita è stimato in 6 dollari per barile…); lo sviluppo del fracking e della trivellazione orizzontale ha portato gli Stati Uniti, che sembravano sempre più dipendenti da rifornimenti esteri provenienti da aree il cui controllo richiedeva complesse alleanze strategiche o, spesso, interventi militari, a essere tra i primi produttori mondiali.
La logica conseguenza è che tutti i progetti di sviluppo delle energie rinnovabili avrebbero dovuto essere accantonati. Invece no. Gli investimenti nell’energia solare e in quella eolica sono aumentati a livello globale di oltre il 16% nel 2014 (oltre la metà di questi sono in Paesi emergenti, con la Cina al primo posto). Nel 2030 le energie rinnovabili (senza includere l’energia idroelettrica) dovrebbero fornire il 20% dell’energia complessiva (ma attenzione: anche questa è una previsione...).
Questo dipende dal fatto, di cui nessuno aveva tenuto conto, che lo sviluppo tecnologico ha abbattuto i costi delle energie rinnovabili: un impianto per produrre energia solare costa oggi il 75% in meno rispetto all’anno 2000. Così, nella maggior parte dei Paesi le energie rinnovabili sono competitive anche se il prezzo del petrolio resta a 50 dollari al barile.
Questo succedersi di previsioni smentite spesso drammaticamente dalla realtà rende evidente l’enorme difficoltà che hanno incontrato tutti i Paesi che si sono impegnati anche finanziariamente nello sviluppo delle energie rinnovabili nel mettere a punto pia- ni di investimento economicamente ragionevoli almeno nel breve periodo.
Particolarmente istruttivi e importanti sono quindi due volumi che, con taglio e con contenuti diversi, illustrano il tema delle politiche energetiche delle fonti rinnovabili e l’evoluzione della normativa nei Paesi dell’Unione europea e in altri Paesi membri dell’Ocse.
Il primo, Verso una politica energetica integrata – Le energie rinnovabili nel prisma della comparazione, ti i vari Paesi dell’Unione europea - una maggiore integrazione tra le diverse aree geografiche dell’Unione, da accompagnarsi però a livello locale con un incremento della capacità di monitorare e gestire la distribuzione dell’energia.
Giuseppe Franco Ferrari è il curatore, questa volta solitario, anche del secondo volume, più snello, dedicato a uno specifico aspetto delle politiche concernenti le energie rinnovabili, e cioè gli strumenti di finanza locale adottati dai vari Paesi per incentivarne l’uso. Il volume evidenzia le varie correlazioni, nella maggior parte dei Paesi considerati, di tipo finanziario tra la produzione di energia da fonti rinnovabili e il territorio destinato a farne uso: è una correlazione, osserva Ferrari nella suggestiva conclusione del volume, che, se accompagnata da altri interventi mirati, può «agevolare il percorso verso il modello ideale di smart cities, città intelligenti che gestiscono con efficacia ed efficienza il loro intero fabbisogno energetico, vere e proprie isole di energia».
Autori vari, Verso una politica energetica integrata. Le energie rinnovabili nel prisma della comparazione, Editoriale scientifica, Napoli, pagg. 754, € 50,00