Il Sole 24 Ore

Ma il caos è dentro il regista

- Di Roberto Escobar

«Gioverà alla salute dei miei figli». Non ci si vorrebbe credere, ma questo dice Luigi XIV, in arte le Roi Soleil (Alan Rickman), spiegando alla sua giardinier­a Sabine de Barra (Kate Winslet) perché vuole spostare la propria reggia dal Louvre al castello di Versailles. Avendola incontrata per caso da un fiorista di lusso, Luigi s’è deciso a trattare Sabine da pari a pari, seduto accanto a lei su una panchina. La giardinier­a è commossa da tanta tenerezza di padre, sommata a tanta democrazia di re. Quando si dice democrazia, lo si fa in barba a ogni coerenza storico-politica. E in barba a ogni coerenza storico-politica è stato scritto e girato Le regole del caos ( A Little Chaos, Gran Bretagna, 2014, 112’).

La vicenda della giardinier­a di Versailles inizia nel 1681. Per quanto lo interpreti un attore che sulle spalle ne ha 25 di più, in quella data Luigi ha 43 anni, essendo nato nel 1638. Diventato re nel marzo del 1661, ha avuto il suo daffare per risanare le casse dello Stato, messe a dura prova dal sovrintend­ente alle finanze Nicolas Fouquet, e per ridurre all’ordine e all’obbedienza la nobiltà. Il tutto, come si sa, è stato raccontato nel 1966 da La presa del potere da parte di Luigi XIV. Ovviamente, il film di Roberto Rossellini e questo di Rickman e dei suoi cosceneggi­atori Alison Deegan e Jeremy Brock non hanno in comune alcunché.

Veniamo a Sabine, e a una Winslet che sta fra i pizzi e le parrucche di fine Seicento con la credibilit­à di un pacco di corn flakes nel Cappuccett­o rosso di Charles Perrault. La poveretta ha un problema. Non si tratta del fatto che il giardinier­e in capo di Luigi, il fascinoso André Le Notre – Matthias Schoenaert­s, con lunghi capelli sciolti e barba incolta alla macho –, le abbia affidato il compito gravoso di progettare e realizzare una pista da ballo tra le fresche frasche in quel di Versailles. Né del fatto che Madame Le Notre (Helen McCrory) sospetti un amorazzo fra i due (quanto a lei, la signora non si risparmia con nessuno, pur nell’angustia traballant­e d’una carrozza). Il suo problema non è nemmeno che la stessa Madame mediti di rovinarle la pista da ballo facendola allagare ben bene (ma è distratta, la meschina, e lascia cadere nel fango un guanto, prova della sua perfidia). Quello che davvero la angoscia è avere sbagliato mise la prima volta che le è capitato di mettere piede al Louvre.

C’è poi anche il ricordo della morte di una figlia e di un marito fedifrago. La sceneggiat­ura infila l’uno e l’altra a caso nel racconto, e alla fine ci si getta a capofitto, giusto per dare un po’ di spessore al tutto.

Torniamo al re, e alla sua corte. Anzi, alla sua camera da letto, dove la macchina da presa di Rickman lo sorprende al momento del risveglio. Ci si aspettereb­bero rituali complessi, con codazzi di cortigiani selezionat­i e silenziosi, anche se non proprio sul modello delle sei entrée in cui Luigi XIV aveva suddiviso la cerimonia del lever du roi, parallelo a quello de la reine, ogni giorno seguiti l’uno e l’altro dal rispettivo coucher. Invece, non si vede che un signore attempato e giulivo che spupazza i figli, anche loro appena levés, al cospetto di nobili raccattati alla rinfusa. Una bella prova di tenerezza di padre e di democrazia di re, appunto.

Ma il meglio deve ancora venire. Sostiene un cortigiano che per lui e per altri duemila come lui il Louvre è una prigione. Intende che Luigi li ha raccolti nella sua vecchia reggia di Parigi per legarli a sé. A confronto di questa trovata di sceneggiat­ura, nel Cappuccett­o rosso potrebbe stare a buon diritto un iPhone. Vorrebbe la coerenza storico-politica che le Roi Soleil abbia fatto ampliare il vecchio castello di famiglia a Versailles, prima usato come residenza di caccia, per riunire tra i suoi splendori e imprigiona­re nella sua etichetta i nobili. Per farceli stare tutti, insieme con la loro servitù, gli occorreva appunto un palazzo enorme. Ma chissà, magari avrà pensato anche alla salute dei suoi figli, come ora suggerisco­no Rickman, Deegan e Brock. %%%%%

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ISOLE24 «le regole del caos» di alan rickman Sabine de Barra (Cate Winslet)

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