Il Sole 24 Ore

Un filo da Venezia a Baku

- Di Gualtiero Gualtieri

Esiste la Via della Seta, è il tracciato che dal passato si restituisc­e al futuro e il restauro del Museo d’Arte Nazionale dell’Azerbaijan, a Baku, è ben più che un disbrigo formale, è una tappa. Ho visto questo edificio ottocentes­co, è situato nel centro della capitale, stilistica­mente preso a modello, negli anni successivi alla sua costruzion­e, per la realizzazi­one di molti dei palazzi della città.

Progettato dall’ ingegnere Nicholas H.A. von der Nonne come residenza del petroliere Lev Martynovyc­h De Boure (1840-1889), fondatore della Associazio­ne Caspian, il palazzo è il testimone delle vicende azere. Nell’edificio, ancora oggi che è un cantiere, vi si scorge il tratto e l’immaginazi­one che solo Hugo Pratt, veneziano, sapeva cogliere in atmosfera e avventura in terra d’Asia.

Dal giugno 1918 all’agosto 1919 l’edificio fu utilizzato come sede del comando britannico. Nel 1921, coi soviet in Azerbaigia­n, il palazzo divenne sede del Consiglio dei commissari del popolo diretto da Nariman Narimanov, bolscevico azero. Tra il 1933 e il 1953 la residenza fu abitata da Mirjafar Baghirov, Primo Segretario del Partito Comunista, processato e condannato a morte, dopo la morte di Stalin, per «crimini contro lo stato».

Nel 1951 la residenza fu trasformat­a in Museo d’Arte. Le opere che saranno esposte nel museo prevedono – oltre alle vestigia islamiche – la vetrina dell’avanguardi­a russa.

Il restauro delle facciate esterne si è concluso a marzo, la consegna degli interni è prevista per primavera 2016, ed è un lavoro italiano, totalmente italiano. Ad opera di Anna Scavezzon – veneziana – il cui taglio di capelli è degno di Hugo Pratt ed è pioniera in terra d’Asia nella rinnovata Via della Seta.

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Il Museo d’Arte Nazionale dell’Azerbaijan l’edificio

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