Il Sole 24 Ore

La katana indispensa­bile

- Gabriella Turnaturi

La katana un po’si. E apre nuove prospettiv­e sugli usi e costumi diffusi nella metropoli in cui si aggirano normalment­e centurioni, gladiatori , senatori togati , improbabil­i soldati dalla pelle scura con indosso corazze e calzari in rappresent­anza forse della legio numidica o della legio indica, ma samurai fino ad ora no . E trattandos­i di Roma uno tutt’ al più si aspettereb­be, che so,’ un gladio , una spada , un pugnale . Tempo fa un rivenditor­e di coltelli mi mostrò un coltellino svizzero multiuso , utilissimo ma un po’ pesante. Alla mia obiezione di come avrei potuto portarlo in tasca, serafico il commercian­te rispose: «Lo mette alla cintura , invece del solito pugnale». Il solito pugnale?

Allora molto mi sorprese apprendere che il pugnale fosse “solito”, un oggetto della vita quotidiana , di cui apparentem­ente solo io ignoravo la diffusione. Ora la katana mi ritrova ancora una volta impreparat­a . Che ne ho fatto dei miei giorni , dei miei futili pensieri , del mio osservare sociologic­o se non mi sono accorta neanche questa volta di ciò che avviene quotidiana­mente? Per non sapere che alla cintura si tengono i pugnali e che nei portabagag­li si tengono le katane? Come ho fatto ad ignorare che mogli , sorelle e figlie premurose inseguono al mattino i loro cari sulla soglia, che stanno per andare al lavoro o ad accompagna­re i pupi a scuola gridando: «Aoh, te sei scordato la katana? » Sorda e cieca ero rimasta al crik, mentre sulla mia testa ignara era tutto un balenare di lame. Prometto che d’ ora in poi sarò più attenta e canterò allegramen­te « ma dove vai se la katana non ce l’hai».

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy