I fondi hedge sfidano Berlino: super-vendite sui Bund
Bill Gross, il più famoso gestore obbligazionario al mondo, lo definisce «short of a lifetime»: ovvero vendere obbligazioni, e soprattutto titoli di Stato tedeschi, è oggi un’opportunità di guadagno unica. Perché i Bund sono così sopravvalutati, che in futuro chi scommetterà sul ribasso dei loro prezzi farà soldi a palate. Paul Singer usa parole simili e parla di «big short»: anche a suo avviso andare «corti» sui mercati obbligazionari (cioè vendere) è un’opportunità ghiotta. Idem per Jeffrey Gundlach, gestore del fondo DoubleLine Capital. E sono tanti i gestori che la pensano allo stesso modo. A loro avviso è il momento di vendere titoli di Stato. E obbligazioni in genere. È il momento di andare «corti». Anzi, «super-corti». Dato che i mercati si muovono spesso seguendo umori e psicologia, le recenti esternazioni di questi gestori non vanno sottovalutate. Per almeno tre motivi. Da un lato perché con i loro fondi muovono miliardi. Dall’altro perché molti di loro sono così influenti che condizionano le strategie di molti altri investitori. Infine perché hanno ragione : i mercati obbligazionari sono diventati folli a causa del denaro facile stampato dalle banche centrali del mondo intero. La grande liquidità disponibile a tasso zero ha spinto tali acquisti sui bond che oggi i prezzi sono sui massimi e i tassi sui minimi. Nell’ultimo mese una correzione c’è stata ma non sufficiente: secondo Bill Gross i tassi dei Bund sono tutt’ora troppo bassi di almeno un punto percentuale. Più dei commenti, sono i numeri a parlare. I Bund decennali rendono lo 0,49% (e già sono saliti), sebbene il mercato stesso si aspetti un’inflazione media all’1,7% nei prossimi 10 anni: chi li compra sa di perdere soldi. Gli Stati europei sono iperindebitati, tanto che il debito pubblico medio in Eurozona si sta avvicinando al 100% del Pil, ma i rendimenti di oltre 2mila miliardi di titoli sono sotto zero. Le imprese (solo le grandi) approfittano dei tassi zero per emettere obbligazioni, tanto che - secondo Dealogic - da inizio anno nel mondo le emissioni di corporate bond sono hanno superato i mille miliardi di $: negli anni pre-crisi, quando c’era la bolla del credito, nello stesso arco di tempo le emissioni non andavano mai oltre i 300-400 milioni. Ora arrivano vari gestori a consigliare di andare «super-corti»: segno che la speculazione sta andando altrove.