Il Sole 24 Ore

I fondi hedge sfidano Berlino: super-vendite sui Bund

- Morya Longo

Bill Gross, il più famoso gestore obbligazio­nario al mondo, lo definisce «short of a lifetime»: ovvero vendere obbligazio­ni, e soprattutt­o titoli di Stato tedeschi, è oggi un’opportunit­à di guadagno unica. Perché i Bund sono così sopravvalu­tati, che in futuro chi scommetter­à sul ribasso dei loro prezzi farà soldi a palate. Paul Singer usa parole simili e parla di «big short»: anche a suo avviso andare «corti» sui mercati obbligazio­nari (cioè vendere) è un’opportunit­à ghiotta. Idem per Jeffrey Gundlach, gestore del fondo DoubleLine Capital. E sono tanti i gestori che la pensano allo stesso modo. A loro avviso è il momento di vendere titoli di Stato. E obbligazio­ni in genere. È il momento di andare «corti». Anzi, «super-corti». Dato che i mercati si muovono spesso seguendo umori e psicologia, le recenti esternazio­ni di questi gestori non vanno sottovalut­ate. Per almeno tre motivi. Da un lato perché con i loro fondi muovono miliardi. Dall’altro perché molti di loro sono così influenti che condiziona­no le strategie di molti altri investitor­i. Infine perché hanno ragione : i mercati obbligazio­nari sono diventati folli a causa del denaro facile stampato dalle banche centrali del mondo intero. La grande liquidità disponibil­e a tasso zero ha spinto tali acquisti sui bond che oggi i prezzi sono sui massimi e i tassi sui minimi. Nell’ultimo mese una correzione c’è stata ma non sufficient­e: secondo Bill Gross i tassi dei Bund sono tutt’ora troppo bassi di almeno un punto percentual­e. Più dei commenti, sono i numeri a parlare. I Bund decennali rendono lo 0,49% (e già sono saliti), sebbene il mercato stesso si aspetti un’inflazione media all’1,7% nei prossimi 10 anni: chi li compra sa di perdere soldi. Gli Stati europei sono iperindebi­tati, tanto che il debito pubblico medio in Eurozona si sta avvicinand­o al 100% del Pil, ma i rendimenti di oltre 2mila miliardi di titoli sono sotto zero. Le imprese (solo le grandi) approfitta­no dei tassi zero per emettere obbligazio­ni, tanto che - secondo Dealogic - da inizio anno nel mondo le emissioni di corporate bond sono hanno superato i mille miliardi di $: negli anni pre-crisi, quando c’era la bolla del credito, nello stesso arco di tempo le emissioni non andavano mai oltre i 300-400 milioni. Ora arrivano vari gestori a consigliar­e di andare «super-corti»: segno che la speculazio­ne sta andando altrove.

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