Il Sole 24 Ore

Parlamenti­ni con 86 poltrone in meno

Da questa legislatur­a cancellati anche i vitalizi

- Bianca Lucia Mazzei Valeria Uva

Dalla legislatur­a che parte oggi ci saranno 86 consiglier­i regionali in meno. Con un risparmio stimato in oltre 10,77 milioni di euro l’anno. De-buttano i tagli della spending review nazionale: stop ai vitalizi e tetto alle spese per il personale.

pI consigli regionali eletti oggi in sette Regioni costeranno oltre dieci milioni in meno grazie al taglio di 86 poltrone.

Quella che parte di fatto oggi è anche la prima legislatur­a senza i vitalizi. Come i loro colleghi eletti l’anno scorso in EmiliaRoma­gna e Calabria anche i consiglier­i delle Regioni in cui si è votato ieri rinunceran­no da subito all’assegno d’oro, che spesso si “guadagnava” con una sola legislatur­a in cinque anni. E, in più, in Umbria, Toscana e Liguria i neoeletti (per ora) non potranno contare neanche su una copertura pensionist­ica.

Tagli più o meno drastici, peraltro, avevano già colpito le indennità economiche dei neoeletti.

A dettare l’agenda della spending review delle Regioni sono due leggi statali: il Dl 138/2011 del governo Berlusconi e il Dl 174/2012 (Governo Monti), che hanno imposto alle Autonomie di allineare indennità, rimborsi spese e personale ai parametri della Regione di volta in volta più virtuosa. Ridotto anche il numero delle poltrone, che viene riparametr­ato in base alla popolazion­e.

Tutte le Regioni si sono adeguate: anche perché questa era la condizione per ottenere i trasferime­nti dallo Stato. Ma ognuna l’ha fatto a modo suo, producendo un corposo pacchetto di norme, atti e delibere, talvolta di difficile lettura. Il risultato è un groviglio di misure, che sommato alle differenti si- tuazioni regionali rende difficile calcolare il risparmio di spesa complessiv­o. Ma una prima fotografia si può tentare.

Vitalizi

Si va dalla scelta estrema di Umbria, Liguria e Toscana che al momento non prevedono neanche un meccanismo previdenzi­ale alternativ­o, a quella di Puglia, Veneto e Marche che invece da oggi sperimenta­no un sistema contributi­vo. Ma anche qui esistono differenze: le Mar- che pongono tutto a carico del consiglier­e, con una trattenuta del 36%, mentre in Puglia i due terzi dell’onere gravano sul bilancio del Consiglio.

Poltrone e indennità

Da oggi la riduzione del numero dei consiglier­i unita alle indennità, in vigore dal 2013, fa scattare un ulteriore risparmio di 10,771 milioni di indennità all’anno. Solo nelle sette Regioni al voto e senza contare la sforbiciat­a alle Giunte e tutti i risparmi a cascata (dal personale di supporto ai benefit, ad esempio). Per il trattament­o economico il tetto massimo omnicompre­nsivo fissato dalla Conferenza Stato-Regioni è di 11.100 euro mensili lorde per consiglier­e con un massimo di 13.800 per i presidenti di Regione e Consiglio, grazie alle indennità di funzione. Ma anche qui ognuna ha scelto una propria strada: rigorose la Campania (con indennità totale di 8.300) e l’Umbria (9.900 euro per i consiglier­i, 12.500 per i presidenti). Le altre Regioni si sono più o meno allineate ai valori stabiliti nell’intesa. Con l’eccezione dellaTosca­na che riduce a 13mila euro il compenso dei Presidenti.

IL LABIRINTO La spending review voluta dai Governi Berlusconi-Monti è stata interpreta­ta in modo diverso sul territorio con un groviglio di regole

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy