Dal lavoro all’ambiente le sfide dei neo-governatori
Il rilancio dell’occupazione al primo posto in assoluto - Sempre allarmante il divario tra Nord e Sud
Si è chiuso il tempo delle promesse elettorali, si aprono le agende delle urgenze: per le sette Regioni in cui si è votato ieri le priorità sono molte, talvolta condivise e talvolta legate al territorio. In queste due pagine riepiloghiamo i crucci maggiori dei neo-governatori, riassumendo un viaggio che «Il Sole 24 Ore» ha presentato in queste settimane che hanno preceduto il voto. Sono urgenze, però, che vanno viste in continuità con le pagine precedenti, nelle quali si segnalano due nodi fondamentali che incombono non solo là dove si è votato: i risparmi in materia sanitaria e quelli più generali legati ai costi complessivi degli apparati amministrativi.
Due nodi che allarmano, perché segnalano i malfunzionamenti del federalismo. E a complicare il quadro c’è anche il fatto che l’Italia resta un Paese “lungo”, non solo geograficamente, ma anche amministrativamente. Basta scorrere l’elenco – assai variegato: si spazia dall’ambiente al lavoro, dall’inefficienza burocratica alle infrastrutture materiali e immateriali - dei problemi e delle sfide con cui dovranno fare i conti i nuovi governatori all’indomani del voto. Certo, la crisi ha colpito ovunque: al calo del Pil nessun territorio ha potuto sottrarsi e l’impatto negativo è stato – punto percentuale in più o in meno – abbastanza uniforme, così come sul fronte della disoccupazione tutte le Regioni hanno dovuto purtroppo raccogliere i frutti avvelenati della lunga recessione.
Ma dalla Liguria alla Puglia, come mostrano in modo sintetico gli articoli riportati in queste due pagine, non mancano nodi da sciogliere più locali, più specifici. Le spinte autonomiste del Veneto, per esempio, sono un’onda da governare più che da cavalcare; le Marche giocano una partita decisiva sulla dorsale adriatica in bilico tra nuove occasioni di sviluppo e rischi incombenti di declino; il futuro prossimo della Campania si intreccia fino a esserne profondamente condizionata con i destini dell’intero Mezzogiorno, un’area che cerca di trovare il riscatto, non più rinviabile.
A urne chiuse, si apre subito una nuova fase. Il tempo della luna di miele con gli elettori si fa sempre più breve. Dalle promesse lanciate in campagna elettorale si passerà ben presto ad affrontare l’esame ben più severo dei problemi concreti di ogni giorno. E le materie ostiche sul cammino dei nuovi governatori non mancano.