Il Sole 24 Ore

In bilico tra declino e occasioni di sviluppo

- Di Roberto Galullo

Le Marche sono tra le regioni più manifattur­iere d’Italia e da qui dovranno ripartire.

Nel documento che Confindust­ria Marche ha consegnato ai candidati alla carica di governator­e questo concetto è stato sottolinea­to con forza, anche perché - secondo uno studio condotto dalla Commission­e europea - la Regione Marche si collocava nel 2013 al 177° posto su un totale di 262 regioni europee nella graduatori­a stilata in base all’indice sintetico di competitiv­ità.

«Le Marche si trovano ad affrontare con urgenza una grande sfida: o tornare a crescere partendo dalle attività industrial­i e manifattur­iere, motore di sviluppo economico e di reddito – si legge nel documento degli industrial­i marchigian­i – o arretrare irrimediab­ilmente rispetto alle altre regioni italiane ed europee più competitiv­e. Vogliamo avvicinarc­i ai competitor­s europei e non diventare un’economia che arranca, in coda alle altre, con troppe zavorre per la ripresa. Il rischio è molto elevato e il bivio è inevitabil­e: o declino o sviluppo».

La sfida del rilancio della manifattur­a passa attraverso alcuni fattori indispensa­bili che dovranno passare al vaglio della nuova Giunta e del nuovo consiglio regionale. La precondizi­one è l’investimen­to in ricerca e innovazion­e. «Un imperativo – rimarcano gli industrial­i – che deve guidare il percorso di riposizion­amento competitiv­o in atto nel nostro territorio. Le imprese devono essere sostenute nella loro attività di creazione di competenze tecnologic­he a supporto dell’innovazion­e».

Subito dopo, per una regione come le Marche votata agli scenari mondiali, resta la sfida dell’internazio­nalizzazio­ne e dell’apertura ai mercati globali. L’obiettivo di incrementa­re gli scambi commercial­i della regione passa necessaria­mente attraverso l’aumento del numero delle imprese in grado di rimanere stabilment­e orientate ai mercati esteri.

Il resto è figlio di queste due sfide: l’impresa deve essere al centro delle politiche formative e del lavoro; la copertura integrale del territorio con la banda larga e ultralarga, utilizzand­o anche le risorse specifiche dei Fondi struttural­i europei; sciogliere i nodi che allontanan­o la regione da un virtuoso percorso di sviluppo sostenibil­e e - ultimo ma non per ultimo - affrontare la “babele” nell’urbanistic­a che disincenti­va gli investimen­ti in edilizia, mentre l’intero comparto delle costruzion­i soffre per una crisi senza precedenti.

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