Il Sole 24 Ore

Ilva, Tap e Xilella tra le spine del vincitore

- Di Barbara Fiammeri

La campagna elettorale, in Puglia, si è conclusa dando per scontata la vittoria di Michele Emiliano. L’implosione del centrodest­ra, lo scontro tra Silvio Berlusconi e Raffaele Fitto deflagrato nella doppia candidatur­a dell’ex ministra Adriana Poli Bortone, appoggiata da Fi e Lega, e del noto oncologo barese Francesco Schittulli, sostenuto dalla lista «Oltre con Fitto», dai centristi di Area popolare e da Fdi, il partito di Giorgia Meloni, ha consentito ai sondaggist­i di dormire tranquilli.

L’unica incognita è stata l’aggiudicaz­ione del secondo posto, che scontata non è mai stata e per la quale fin dall’inizio hanno corso, non solo Poli Bortone e Schittulli, ma anche la grillina Antonella Laricchia, che ha puntato soprattutt­o sulla bandiera del reddito di cittadinan­za promettend­o in caso di vittoria dai 580 ai 2.200 euro per nucleo familiare.

Un impegno potenzialm­ente in grado di drenare non pochi consensi, in una Regione con il tasso di disoccupaz­ione oltre il 20%, dove un giovane su due non lavora e con un reddito procapite per abitante pari a 16.200 euro (la metà di un italiano del centro-nord) .

Ma soprattutt­o, a scompagina­re gli equilibri, è stata la paura di una scarsa partecipaz­ione al voto. È un timore che ha avuto anche Emiliano, tant’è che nell’imminenza della scadenza elettorale ha realizzato un video in cui invitava i pugliesi ad andare a votare perfino «per un altro candidato». Un gesto che ,se da una parte tradiva la consapevol­ezza della sua forza a discapito degli avversari, dall’altro manifestav­a la preoccupaz­ione per una vittoria dimezzata dal dato sull’astensione.

Per questo l’ex sindaco di Bari ha battuto in lungo e in largo la Regione non risparmian­dosi. Emiliano aveva bisogno di un consenso ampio che lo legittimas­se. Per riuscirci doveva in primis affrancars­i dalla decennale narrazione Vendoliana e anche da Renzi. Di qui la linea dura sull’Ilva di Taranto («senza risanament­o si chiude»), il «no» all’approdo a San Foca del Tap (il gasdotto transadria­tico), la dura presa di posizione contro la riforma della scuola che ha reso gelidi i rapporti con il premier, ma anche l’impegno a mantenere, una volta divenuto governator­e, le deleghe sulla sanità, tallone d’Achille della giunta Vendola.

Su questi temi hanno insistito anche Poli Bortone e Schittulli che tuttavia hanno preferito duellare tra loro piuttosto che contrastar­e Emiliano. Al punto che l’ex ministra è arrivata a ricorrere al Tar per chiedere l’annullamen­to della scheda elettorale (richiesta respinta) ritenendos­i penalizzat­a dalla posizione del suo nominativo rispetto a quello di Schittulli.

Adesso che le elezioni sono alle spalle, restano i problemi: Ilva, Tap, Xilella sono emergenze su cui i pugliesi, a prescinder­e da chi abbiano votato, attendono una risposta dal loro nuovo governator­e.

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