Il Sole 24 Ore

Debuttano i tetti ridotti per staff e rimborsi spese

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pNella spending review dei Consigli regionali appena eletti c’è un’altra importante voce di risparmio, anche questa determinat­a dalle leggi Berlusconi­Monti e dalle intese Stato-Regioni: si tratta dei costi dei gruppi consiliari e del personale ad essi dedicato.

Dopo lo scandalo Fiorito e le inchieste sulle spese pazze che hanno riguardato ben 16 Consigli regionali, già dal 2013 non è più possibile il rimborso automatico a pie’ di lista. Le nuove regole per il finanziame­nto dei gruppi prevedono due tipi di contributi: cinquemila euro per consiglier­e (da accreditar­e al gruppo) e in più cinque centesimi ad abitante.

A partire da questa legislatur­a, scatta anche un tetto alle spese per il personale a disposizio­ne dei gruppi pari a 58.571 euro l’anno per consiglier­e. Secondo le stime della Conferenza StatoRegio­ni il risparmio complessiv­o che ne deriva è di 38 milioni l’anno, che rapportato alle sette Regioni al voto equivale a una fetta da circa 13 milioni di euro.

Ma anche in questo caso ogni Autonomia ha sviluppato una politica propria.

Toscana e Puglia, ad esempio, hanno scelto di non utilizzare il contributo aggiuntivo di cinque centesimi (per la Toscana significan­o 175mila euro in meno e per la Puglia 200mila). La Puglia, inoltre, fino ad oggi ha fatto ricorso quasi esclusivam­ente al perso- nale interno. Mentre in Toscana il tetto farà risparmiar­e 1,175 milioni di euro all’anno: si passa da 3,576 milioni del 2014 a una previsione di 2,4 milioni. Due milioni di risparmio sono anche quantifica­ti dalla Liguria su questa voce.

Il Veneto ha azzerato i rimborsi spese (un risparmio di 340mila euro), lasciando in piedi i fondi per il personale di supporto con i tetti massimi nazionali, ma riducendo del 20% la pianta organica.

Paradossal­mente nessun risparmio per l’Umbria, ma solo perché la Regione era già al di sotto di questo tetto con una spesa 2014 di circa un milione di euro contro i parametri nazionali che le consentire­bbero di arrivare a 1,2 milioni. Nelle Marche da oggi scatta anche lo stop al finanziame­nto dei cosiddetti monogruppi (formati cioè da un solo consiglier­e).

L’IMPATTO Le riforme produranno a regime minori uscite per circa 13 milioni soltanto nelle realtà dove si è appena votato

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