Erasmus per «startupper» e futuri imprenditori
Da uno a sei mesi ospiti di un “collega” europeo per uno scambio di competenze con rimborso spese
Chi l’ha detto che l’Erasmus è solo per gli studenti? Se avete un’idea di impresa o la vostra Pmi è nata negli ultimi tre anni potreste avere le carte in regola per partecipare al progetto «Erasmus per giovani imprenditori» finanziato dalla Commissione Ue.
Il nome richiama quello del progetto di scambio universitario, ma incomune hanno solo la possibilità di un soggiorno in un altro Paese europeo e il rimborso di una parte delle spese. In questo caso, però, le aule universitarie non c’entrano e si parla di economia reale, processi produttivi e strategie di mercato. Con la possibilità di fare un’esperienza da uno a sei mesi sul campo, ospite di un “collega” senior che in genere opera nello stesso settore, concuisi instaura unrapporto “alla pari”. Uno scambio di competenze professionali (e linguistiche) per mettersi in gioco in tempo di crisi.
Il progetto, coordinato da Eurochambres, l’Associazione europea delle Camere di commercio, è decollato nel 2009 e finora sono oltre 5mila gli imprenditori europei che hanno partecipato. Tra loro 735 italiani, il 15% circa del totale, che rappresentano la quota più significativa. In questo momento in 34 sono all’estero per imparare i trucchi del mestiere da un imprenditore locale, 31 sono pronti a partire e 24 sono in attesa di una risposta.
Come candidarsi
Per candidarsi non esistono limiti di età (è l’impresa che dev’essere giovane e non l’imprenditore), anche se secondo le statistiche circa il 90% dei parte cipantiha meno di 40 anni. Così come non ci sono rami di attività con unac orsia preferenziale. Finora, dati alla mano, i settori più rappresentati sono pubblicità, consulenza legale, architettura, turismo, spettacolo e formazione, ma c’è spazio anche per altri. Le candidature - spiegano da Eurochambres - possono essere presentate in qualsiasi momento. L’iscrizione viaggia online sul sito dedicato e in inglese (www.era- smus-entrepreneurs.eu). Si compila il formulario e si allegano tre documenti-chiave: il curriculum, la lettera di motivazioni e il business plan. Il primo dovrebbe avere preferibilmente un formato Europass, può essere redatto in qualsiasi lingua, con una preferenza per l’inglese che è l’idioma utilizzato nel database del progetto. Nella lettera di motivazioni occorrono indicare gli obiettivi che si intende perseguire e le proprie aspettative. Il business plan va presentato in doppia versione: una più dettagliata e una riassuntiva di 2mila caratteri. La linguaèascelta, maanchein questo caso l’inglese è preferibile. Entrambi i documenti devono contenere una descrizione deiprodotti o servizi offerti, un’analisi di marketing e un piano finanziario con les time diricavie utiliattesinei due anni successivi. Per poter comunicare con l’imprenditore ospitante è essenziale una buona conoscenza della lingua inglese. Occorre poi specificare bene il settore di appartenenza della propria start up o futura impresa.
I centri di contatto
A quel punto si potranno scegliere fino a quattro Paesi in cui si vorrebbe fare l’esperienza tra una rosa di 37 opportunità. Finora la meta più gettonata dagli imprenditori italiani è stata la Spagna, seguita da Belgio e Gran Bretagna. Il passo successivo è l’indicazione della durata del soggiorno: più si è flessibili nella scelta, maggiori chance si hanno di trovare un imprenditore ospitante. I candidati poi dovranno selezionare un centro di contatto locale, scelto tra quelli attivi nel Paese di residenza (si veda la lista a fianco). In Italia attualmente sono 24, sparsi su tutto il teritorio. Il centro sarà la guida e l’interlocutore di riferimento per l’intera durata dell’esperienza. A quel punto non resta che attendere il verdetto che di solito arriva entro 14 giorni se l’iter è stato eseguito correttamente. Se la domanda viene accettata l’imprenditore può accedere al database online in cui sono racolte tutte le candidature per individuare un partner idoneo con l’aiuto del centro di contatto locale. Il sostegno finanziario viene erogato in piùtranche, nei termini stabiliti dall’accordo sottoscritto con il centro di contatto locale. Il contributo va di 530 euro al mese per l’Albania ai 1.100 per Norvegia e Danimarca.
Per chi è già tornato il bilancio è positivo. A livello Ue metà dei neoimprenditori afferma di aver trovato grazie all’Erasmus nuovi partner di sbocco per i propri prodotti. Mentreuna start up sutre assunto nuovi dipendenti dopo l’esperienza oltreconfine.