All’Its di Genova rotta verso il lavoro per 9 studenti su 10
La rotta è aperta. A 10 anni dalla fondazione, l’Accademia italiana di Marina mercantile di Genova continua a sfornare allievi ufficiali con tre corsi, quasi 3mila ore d’imbarco e un tasso di assunzione del 90%.
Nata nel 2005 come Ifts su impulso di provincia di Genova, Confitarm e dell’ammiraglio Raimondo Pollastrini, trasformata in Istituto tecnico superiore dal 2011, la Fondazione ha diplomato più di 400 professionisti in «mobilità delle persone e delle merci» con i suoi indirizzi storici di Coperta (tecnico in conduzione del mezzo navale, 31 bienni e 335 diplomi) e macchine (gestione degli apparati e degli impianti di bordo, 21 bienni e 175 licenze).
Di recente si sono aggiunti i geometri del mare, etichetta informale per il diploma in «tecnico superiore per le costruzioni in ambito portuale, costiero, lacustre e fluviale».
Un Its come gli altri? Sì, se non fosse che la vecchia alternanza teoria-pratica è riletta, nei primi due corsi, secondo uno schema terra-mare: 1.000 ore di formazione sui banchi, 2.800 ore a bordo che fanno saggiare la pratica sulle acque internazionali. Nella fase di formazione in aula, lezioni di diritto e calcolo dei rischi si affiancano alle prove in simulatori di manovra o macchinari che riproducono le vibrazioni della sala durante la traversata. Il corpo docente, selezionato per il 50% dal mondo professionale, arriva da Compagnie armatoriali, Capitaneria di porto, liberi professionisti, Rina, Istituto idrografico. Del resto, come spiega il direttore generale Daniela Fara, «non c’è nulla da inventare» quando si crescono dei professionisti del mare: «La Stcw (Standards of training, certification and watchkeeping for seafarers, la convenzione sull’addestramento degli armatori ndr) stabilisce con chiarezza che cosa devono sapere e saper fare coloro che assumono la responsabilità di una guardia» spiega Fara. «Le discipline fondanti per gli ufficiali di coperta vertono su tutto quello che riguarda la navigazione (meteorologia, pianificazione della traversata marittima, stabilità e costruzione della nave, respon- sabilità dell’ufficiale in comando, convenzioni, sicurezza), mentre per l’area macchine si concentrano su macchinari e impianti, senza contare tre moduli nelle officine».
Nodo comune fra i due? Robuste basi normative e studio della lingua inglese, passepartout che deve essere padroneggiato a fine corso con un livello minimo di B1. Anche perché, tra un corso e l'altro, si salpa davvero. Gli allievi di coperta e macchine trascorrono 12 mesi di imbarco su compagnie di più settori, dalla crociere ai container, maturando un’esperienza professionale a tutti gli effetti: contratto a tempo determinato e retribuzione in linea con gli standard del settore, per una media di 1.200 € che arrotonda al rialzo gli standard degli stipendi d’in-
TEORIA E PRATICA Durante il corso di studi grande attenzione alla lingua inglese e dodici mesi di impegno a bordo
gresso under 30.
Il network dell’Accademia conta già su rapporti di peso come Costa Crociere, Grandi Navi Veloci e Italia Marittima, oltre a una decina di società che collaborano in maniera meno sistematica. L’imbarco è lo spartiacque che può decidere una carriera: tanti continuano, altri non trovano il feeling atteso.
C’è chi cede alle lusinghe di una carriera a scatto immediato, senza neppure concludere il biennio? Fara sostiene di no: l’addestramento resta cruciale, ma la vecchia logica della “pratica pura” ha ceduto il passo a una visione più compiuta. «La prova definitiva è al momento dell’imbarco, ma è cambiato l'atteggiamento che sopravviveva fino a qualche anno fa: l’addestramento non basta, serve la formazione». Anche perché i libri, e i device, si aprono soprattutto quando l’ancora è levata: «Gli allievi devono essere consapevoli della tecnologia e della loro attitudine allo studio, inteso come aggiornamento continuativo dopo la fine del percorso Its».
Perinformazioni www.itsmare.it.