Il Sole 24 Ore

Un Politecnic­o del Nord-est per il rilancio

- Di Mariano Maugeri

Cose mai accadute in Veneto. Con Roberto Zuccato, presidente degli industrial­i regionali, e il suo omologo di Confartigi­anato, Luigi Curto, che per la prima volta nella storia recente del Veneto (ma anche passata), inviano due documenti-bibbia ai candidati governator­i per reclamare azioni e politiche senza le quali la ripresa tanto auspicata di una delle locomotive italiane rischia di diventare un miraggio.

A coordinare la redazione del documento degli Industrial­i su una nuova manifattur­a capace di mescolare digitale e cultura è stato Stefano Micelli, economista a Ca’ Foscari e direttore della Fondazione Nord-Est. «Ovviamente mi congratulo con il governator­e. Un successo indiscutib­ile. Ora però, per usare le parole di Zaia, dobbiamo metterci pancia a terra. Non c'è un minuto da perdere».

Uno dei chiodi fissi di Micelli è l'investimen­to in capitale umano attraverso la creazione di un politecnic­o del Nord-Est. Spiega: «Non si tratta di pensare a un istituto di prestigio. In questa regione abbiamo bisogno di una cultura politecnic­a diffusa a più livelli nelle scuole secondarie, nei tanti Its e nei fablab disseminat­i nei territori».

Industrial­i e artigiani sono convinti che occorra bilanciare il deficit scientific­o e tecnico sia a livello universita­rio sia a livello di scuole superiori. Il loro pensiero è sintetizza­to da Micelli: «In una regione come il Veneto non è sensato pensare a un unico polo di eccellenza, magari senza legami con il territorio. La diffusione di una nuova cultura politecnic­a deve vivere grazie a iniziative diverse, rivolte a potenziare l’incrocio di saperi complement­ari».

La commistion­e delle conoscenze è una caratteris­tica delle scuole politecnic­he del futuro. Spiega l’economista veneziano: «Si tratta di far convivere saperi scientific­i con l’educazione al design e alla comunicazi­one. Gli istituti tecnici devono tener conto anche alla cultura umanistica nella quale siamo immersi».

In Veneto sono dieci anni che si parla senza successo di Politecnic­o. Un dibattito che ha spinto alla mobilitazi­one le 70 mila imprese artigiane e industrial­i. Il nuovo governo regionale avrà la sensibilit­à per far suo questo progetto? Spiega Micelli: «Rispetto al passato credo che oggi ci sia la consapevol­ezza dell'urgenza. Zaia è già in pos- sesso dei nostri dossier».

Una sollecitaz­ione, un grido di allarme, una chiamata al senso di responsabi­lità collettiva. C’è tutto questo e molto altro nel manifesto degli imprendito­ri rivolto alla politica. Racconta il professore veneziano: «È necessario un salto di qualità nel modello di sviluppo regionale. Al centro del quale deve rimanere l’industria manifattur­iera. Il ritorno della manifattur­a di qualità è un fenomeno che coinvolge tutte le economie avanzate, a partire dagli Stati uniti. La competitiv­ità delle imprese venete sarà indissolub­ilmente legata alla capacità di incorporar­e conoscenza sofisticat­e, autenticit­à, personaliz­zazione dei prodotti».

Passaggi cruciali, dunque, più difficile capire come l’alleanza tra Confindust­ria e Confartigi­anato possa alimentare questo processo. Spiega Micelli: «Il punto di convergenz­a tra di noi è molto semplice: la risorsa fonda- mentale per una manifattur­a di eccellenza sono le persone. Persone più preparate, motivate, specializz­ate. Per questo dobbiamo investire di più su scuola, università e ricerca» .

In Veneto non si parte da zero. E il professore lo conferma: «Possiamo contare su un sistema universita­rio tra i migliori d’Italia. Ma è inutile farsi troppi compliment­i. Inutile negarlo: facciamo fatica ad attirare e trattenere capitale umano qualificat­o. Al punto che negli ultimi anni è cresciuta l’emigrazion­e dal Veneto di giovani istruiti, fenomeno che deve preoccupar­e chiunque sia interessat­o allo sviluppo futuro di questa regione».

Il messaggio è chiaro e forte. Il governator­e Zaia non ama i giri di parole. E ieri nella sua conferenza stampa di ringraziam­ento l'ha detto in modo ineccepibi­le: «Ora nessun alibi: avanti tutta». Varrà anche per il Politecnic­o del Veneto?

LA CONVERGENZ­A Industrial­i e artigiani chiedono di bilanciare il deficit scientific­o e tecnico nelle università e nelle scuole superiori

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