Il Sole 24 Ore

Syriza boccia il candidato di Tsipras all’Fmi

- Vittorio Da Rold

Il tentativo di virare verso posizioni più moderate da parte del premier Alexis Tsipras è naufragato.

L’economista greca Elena Panaritis, la cui nomina quale rappresent­ante ellenico presso il Fondo monetario internazio­nale minacciava di scatenare una rivolta dentro il partito di maggioranz­a Syriza, ha annunciato di aver rifiutato la carica. Con un comunicato, la consulente del ministro delle Finanze Yanis Varou fakis, haspiega-toche le era «impossibil­e» accettare la nomina, considerat­a «la reazione negativa da parte di esponenti e parlamenta­ri di Syriza».

La Panaritis ha lavorato alla Banca mondiale ed era stata parlamenta­re del Pasok, il partito socialista greco guidato dall’ex premier Giorgos Papandreou, dal 2009 al 2012. Proprio questa sua vi- cinanza alla precedente maggioranz­a aveva scatenato forti resistenze nel partito guidato dal premier. Alla fine 44 parlamenta­ri di Syriza avevano firmato una lettera in cui si avvertiva che la sua scelta era «in contraddiz­ione totale con i valori, le percezioni e la politica» del partito di governo.

Fino a poche settimane fa era stata coinvolta in prima fila nelle trattative sul debito che puntano a sbloccare nuovi aiuti. Ma il suo ruolo è stato ridimensio­nato dopo che a fine Aprile Tsipras ha modificato la squadra dei tecnici incaricati, riducendo l’influenza dello stesso Varoufakis a favore di Euclid Tsakalotos.

Un segnale di possibile sfaldament­o della maggioranz­a a cui Alexis Tsipras ha reagito riportando le lancette dell’orologio al 25 gennaio scorso, giorno della vittoria elettorale di Syriza su Nea Dimokratia di Antonis Samaras. Il premier greco è andato all’attacco a testa bassa contro i creditori richiamand­o la necessità di una decisione politica sul debito greco.

Tsipras, con un lungo intervento pubblicato sulle colonne del quotidiano francese Le Monde, si è scagliato contro chi impedisce un’intesa avvertendo che l’Europa è ad «un bivio» e che ogni decisione sul futuro deve essere nelle «mani dei leader europei» e non spetta a istituzion­i che non «sono elette e che non devono rendere conto ai cittadini».

Un intervento radicale contro la troika che ha innescato una quasi immediata reazione di Berlino, con il capogruppo parlamenta­re della Cdu (il partito della Merkel) Volker Kauder che haribadito: «La palla è nel campo della Grecia» per cui «deve fare i propri compiti».

«Se non siamo ancora arrivati ad un accordo con i nostri partner non è a causa della nostra intransige­nza, né delle posizioni incomprens­ibili da parte greca», è stato il j’accuse del premier greco che vede la causa nell’ «ossessione di alcuni rappresent­anti istituzion­ali che insistono su soluzioni irragionev­oli», ha detto il leader di Syriza. E ha avvertito che quel bivio in cui si trova l’Europa, da una parte porta ad «un maggiore approfondi­mento dell’integrazio­ne europea inuncontes­todieguagl­ianza e solidariet­à» ma, dall’altra, ad un’Eurozona a due velocità che «conduce ad una rottura ed ad una divisione dell’Eurozona e di fatto della Ue».

Tsipras ha concluso il suo intervento su Le Monde - dal titolo inequivoca­bile “Senonc’ èancoral’ accordo non è a causa nostra», chiamando in causa anche lo scrittore americano Hemingway: «Se alcuni pensano o vogliono credere che le decisioni che ci aspettano riguardano solo la Grecia si sbagliano. Rimando loro ad un capolavoro d’Ernest Hemingway “Per chi suona la campana?”». Per tutti noi.

Parole che hanno gettato acqua fredda sulle speranze di un avviciname­nto con il “Brussels Group” che però ha proseguito il proprio lavoro di trattative. Sul tavolo tutti i temi caldi su cui si sta trattando con Atene: dall’Iva, alle pensioni, dal salario minimo al surplus primario.

Incontri che continuera­nno anche nei prossimi giorni senza sosta, dopo un breve vertice telefonico Tsipras-Merkel-Hollande di domenica sera, dopo quello di giovedì scorso.

LA POLEMICA CON L’EUROPA L’intervento sul quotidiano francese cita Hemingway: per chi suona la campana? La campana, conclude Tsipras, suona per tutti

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