Il Sole 24 Ore

Tsipras deve diventare partner non contropart­e

- Vittorio Da Rold

Il premier greco Alexis Tsipras aveva virato al centro con la proposta di nominare Elena Panaritis come rappresent­ante greca presso il Fondo monetario, un’economista che aveva militato nelle file del partito socialista. Ma 44 rappresent­anti di Syrizia hanno bloccato la nomina perché contraria alla linea del partito. Tsipras ha subito alzato i toni con i creditori con un intervento su Le Monde che sembrava scritto il giorno dopo la vittoria alle elezioni del 25 gennaio, riportando le lancette dell’orologio indietro di quattro mesi. Tattica negoziale? Forse, ma resta il dubbio che Tsipras subisca le pressioni della sinistra radicale di Syriza. Una sinistra radicale che non si sente partner europeo ma contropart­e e così facendo tagli tutti i ponti su cui costruire possibili intese.

Atene deve scegliere una linea rossa e poi trattare, e gli europei fare qualche riflession­e su cosa significhi evocare il Grexit. Molti analisti affermano che oggi l’Europa è più attrezzata di fronte a un possibile rischio contagio generato da una uscita di Atene dall’euro. C’è un fondo salvastati, Esm, un’unione bancaria, un Qe che sta riducendo gli spread molto più dei precedenti acquisti mirati (Smp) o condiziona­ti (Omt) da parte della Bce. Ma se restiamo ai dati dobbiamo riflettere su cosa significhi “vedere” un default greco. Il governo greco ha circa 313 miliardi di euro di debito in circolazio­ne, la maggioranz­a dovuto dopo il 2021. Se si aggiungono i debiti di imprese e banche elleniche il totale è più vicino al mezzo trilione cioè 500 miliardi, il maggiore della storia moderna. A questi miliardi si devono aggiungere i saldi di Target 2, oggi pari a un deficit greco di 96 miliardi di euro. Il totale di un ipotetico default greco arriverebb­e a 600 miliardi di euro, altro che Lehman Brothers.

Forse sarebbe meglio per tutti riflettere sullo tsunami che questa uscita ipotetica potrebbe provocare come sofferenze sociali e come ferite alla costruzion­e europea. L’esito della trattativa in corso è incerto, ma una certezza però l’abbiamo: il default greco sicurament­e non aiuterebbe il rilancio dell’economia europea.

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