«L’effetto sostituzione inizia a farsi sentire»
PIEMONTE
Da un lato le immatricolazioni di nuove auto che continuano ad aumentare anche a maggio; dall’altro le indicazioni dell’Osservatorio Findomestic che, per il mese appena concluso, registrano un peggioramento, il secondo consecutivo, del clima di fiducia degli italiani sia per la situazione personale sia per quella nazionale.
«Può sembrare un paradosso - spiega Ginafranco Carbonato, presidente di Confindu- stria Piemonte - ma occorre ricordare che il mercato automobilistico era fermo da troppo tempo ed il parco circolante è sensibilmente invecchiato. La sostituzione delle vetture diventa, a volte, inevitabile».
Ciò non toglie che, rispetto allo scorso anno, il clima sia leggermente migliorato, favorendo la ripresa del settore automobilistico. «I settori trainanti per uscire dalla crisi - prosegue il presidente degli industriali piemontesi - sono quelli dell’auto e dell’edilizia. Il primo è già ripartito, il secondo non ancora anche se si stanno registrando incrementi incoraggianti della richiesta di mutui per l’acquisto di case».
Carbonato sottolinea, però, che i livelli di crescita del settore automobilistico non hanno ancora colmato la voragine creata negli ultimi anni. E questo determina anche un ridotto impatto per il rilancio degli altri settori. «Nel comparto dei beni strumentali, ad esempio, l’Italia ha re- gistrato un progresso del 20% ma la Spagna, nello stesso periodo, è cresciuta di oltre il 100%». E se il presidente preferisce vedere sempre il bicchiere mezzo piemo, ammette però che resta pur sempre pieno solo a metà.
Anche perché i problemi non mancano. «Le esportazioni italiane vanno meglio ed hanno anche molti margini di ulteriore miglioramento ma - avverte - ci sono anche mercati in frenata. Non solo la Russia, e per l’export italiano si tratta di un problema notevole, ma anche gli Stati Uniti non stanno andando benissimo».
E se le auto italiane del segmento Premium stanno otte- nendo ottimi risultati di crescita percentuale sia in Italia sia all’estero, «non va dimenticato che si tratta di numeri limitati, di un mercato abbastanza piccolo». Ma Carbonato punta molto sugli effetti del lancio dei nuovi modelli, a partire dall’Alfa Romeo «che può garantire numeri consistenti su un mercato che è più vasto».
A suo avviso, infine, non vanno dimenticati gli effetti sulla componentistica e sulle commesse “interne”. Ogni nuovo modello di successo garantisce ordini ed occupazione. Che si tratti della Jeep, dell’Alfa o della Maserati per le aziende del comprensorio subalpino.
IMPATTO RIDOTTO «I livelli di crescita del settore non hanno ancora colmato la voragine degli ultimi anni e questo smorza il rilancio di altri beni industriali»