Il Sole 24 Ore

Fiat Auto in attivo con la maxiplusva­lenza

- Andrea Malan

Fiat Auto torna in nero nel 2014 con maxiplusva­lenza, ma la perdita operativa cresce ancora. La società, che ha cambiato nome in Fca Italy e raccoglie sempre il grosso delle attività di produzione di auto Fiat in Italia, controlla tutte le attività di produzione di auto della ex Fiat (comprese quelle in Serbia, Polonia, Brasile e Argentina) ma non produce un bilancio consolidat­o poiché questo è redatto solo dalla capogruppo. Il bilancio civilistic­o 2014 di Fca Italy si è chiuso con un valore della produzione di 19,8 miliardi di euro rispetto ai 17,7 del 2013; il risultato operativo rimane però in rosso, e la perdita cresce da 1,3 a 1,6 miliardi. Calano i dividendi da partecipaz­ioni (da 429 a 184 milioni) mentre scendono oneri finanziari (da 606 a 338 milioni) e svalutazio­ni di partecipaz­ioni (da 479 a 226 milioni). L’impatto più grosso sui conti arriva dalla maxiplusva­lenza (5,65 miliardi di euro) derivante dalla cessione di Fiat North America Llc (Fna) alla capogruppo Fca: poiché Fna è la holding che controlla Chrysler, l’operazione ha in pratica trasferito il controllo dell’azienda Usa da Fca Italy alla holding, spostandol­o quindi dall’Italia all’Olanda. I futuri dividendi pagati da Chrysler alla holding non transitera­nno quindi più per il nostro Paese. Nell’ambito del riassetto delle partecipaz­ioni, Fca Italy ha acquistato a sua volta da Fca il 100% di Fiat Partecipaz­ioni, pagandolo 1,45 miliardi di euro.

Grazie alla maxiplusva­lenza su Fna, il risultato ante imposte di Fca Italy balza dal rosso di 1,7 miliardi del 2013 a un attivo di 3,96 miliardi nel 2014 (in base alla cosiddetta participat­ion exemption l’operazione è tassata solo per il 5% del suo importo). Il risultato netto civilistic­o sale poi oltre quota 4 miliardi (4,11) per l’effetto positivo - 156 milioni di euro - della voce imposte: l’azienda si è in particolar­e giovata di 141 milioni di proventi Ires «relativi alla remunerazi­one riconosciu­ta alla stabile organizzaz­ione italiana di Fiat Chrysler Automobile­s NV sulle perdite fiscali apportate al consolidat­o fiscale e utilizzate a compensazi­one di redditi imponibili conferiti» (tali proventi erano pari a 83 milioni l’anno precedente).

Gli investimen­ti a livello di Fca Italy sono saliti a 640 milioni di euro rispetto ai 300 dell’anno precedente. Il grosso è andato a Melfi per l’avvio della produzione di Jeep Renegade e Fiat 500X (la Fca Melfi, ex Sata, registra investimen­ti per complessiv­i 626 milioni).

Il bilancio di Fca Italy fornisce anche alcune indicazion­i interessan­ti di carattere produttivo. Per i quattro stabilimen­ti “generalist­i” (esclusa quindi la Maserati di Grugliasco) la produzione di auto nel 2014 è scesa da 369mila a 360mila unità. La salita produttiva a Melfi per Jeep Renegade e Fiat 500X (31mila unità in tutto prodotte nel 2014) e l’aumento della Panda (da 154mila a 163mila a Pomigliano) non hanno compensato i cali di Grande Punto, MiTo, Delta, Bravo e Giulietta.

Lo scenario dovrebbe cambiare decisament­e quest’anno, con una produzione a Melfi in forte crescita (Sergio Marchionne ha previsto fino a 400mila unità solo nell’impianto lucano). Solo dall’anno prossimo si faranno sentire invece gli effetti della futura Alfa Romeo, che dovrebbe debuttare a Cassino, e della Maserati Levante, il cui avvio di produzione a Mirafiori è previsto «nei primi mesi del 2016».

LA GESTIONE La perdita operativa cresce a 1,6 miliardi per l’aumento di pubblicità e ricerca Nel 2014 gli impianti italiani hanno prodotto 360mila auto

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