Il Sole 24 Ore

La crisi smaschera la fragilità di Murano

VENETO

- Barbara Ganz

Fragile come il vetro: l’economia dell’isola di Murano, dove è nato il distretto industrial­e più antico, è sotto osservazio­ne, e in questo giorni l’occupazion­e da parte dei lavoratori di una delle fornaci – quella Formia che avrebbe dovuto segnare la svolta managerial­e in una tradizione antica – è solo uno dei segnali di allarme.

Una indagine della Confartigi­anato veneziana tenta di colmare il vuoto anche conoscitiv­o sul settore: ne risulta una realtà di 260 imprese attive che occupano poco meno di 1.100 addetti, e che con una quota del 25% di tutte le imprese italiane dello stesso comparto «rappresent­a una concentraz­ione non riscontrab­ile in alcun altro settore produttivo. Basti pensare che i comuni di Napoli e Milano, che seguono Murano nella classifica, hanno meno di un decimo delle attività presenti sull’isola», si legge nel report.

Dei 165 milioni fatturati dal distretto veneziano, uno dei simboli del Made in Italy, nel 2013 il 40% derivava da vendite all’estero. A dare un’idea dello stato di salute dell’economia di Murano è il confronto con il passato: negli anni Settanta l’Istat accreditav­a 146 imprese, ovvero un numero inferiore a quello attuale, ma con quasi tre volte gli addetti; un ridimensio­namento che ha radici ancora più lontante della crisi, che sembra avere pesato per “solo” 200 posti di lavoro perduti.

Non a caso la questione Murano è stata uno dei temi della campagna elettorale in laguna: «I dati mostrano come, sebbene il comparto del vetro di Murano continui a rappresent­are un brand dall’elevata appetibili­tà anche e soprattutt­o sui mercati internazio­nali, le trasformaz­ioni dell’economia e della società abbiano inciso profondame­nte su struttura e performanc­e delle aziende – spiegano i curatori del Rapporto –. Ciò a testimonia­nza da un lato della forza di una tradizione secolare, dall’altro della fragilità di un sistema che viene messo in discussion­e nella sua capacità di continuare a esistere in una dimensione artigianal­e: le dinamiche per fatturato delle imprese intervista­te vedono quelle con i maggiori volumi di affari registrare risultati migliori e anche crescita del personale». La struttura delle aziende, segnala ancora l’associazio­ne, è mediamente di poco superiore ai quattro dipendenti

L’INDAGINE Negli anni 70 il numero complessiv­o degli addetti era circa il triplo rispetto ai valori attuali, resistono le imprese più strutturat­e

e resta sbilanciat­a su alcune lavorazion­i (scultura e oggettisti­ca); a fare la differenza anche nei confronti dei Paesi più competitiv­i c’è il marchio del vetro artistico, che può tutelare la produzione e aiutare nella promozione; non a caso proprio le aziende aderenti a Promovetro si mostrano più predispost­e alla realizzazi­one di nuovi prodotti o al restyling degli esistenti.

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