Il Sole 24 Ore

Usa, blackout delle intercetta­zioni telefonich­e anti-terrorismo

Bloccata in Senato la proroga del Patriot Act

- Mario Platero

Il Senato ha accelerato ieri i tempi per aggiornare le regole per le intercetta­zioni telefonich­e antiterror­ismo da parte della Nsa e dell’Fbi, scadute nelle prime ore di lunedì. Sono infatti state approvate in modo definitivo le istanze procedural­i per discutere ed emendare un progetto analogo, Usa Freedom Act, già approvato dalla Camera. Dopo il voto di ieri chehaaper toildibatt­ito, civorranno uno o due giorni per emendare il progetto di legge, ottenere le approvazio­ni dalla Camera per i cambiament­i e votare per poi portare rapidament­e la nuova legge alla Casa Bianca per la firma del Presidente Obama, che attende ansioso la fine di questa vicenda: «Abbiamo lavorato per oltre un anno alla preparazio­ne di questa legge essenziale per la sicurezza degliameri canisiamos­o llevatidal fatto che il Senato sia passato finalmente all’azione», recitaun comunicato del portavoce di Obama.

Il Senato vuole apportare alcune modifiche al progetto della Camerache suggerisce­ne llasuapart­e centrale che i “metadati” telefonici siano tenuti dalle compagnie telefonich­e e non “presi” immediatam­ente dall’Fbi con una semplice lettera. Le intercetta­zioni saranno a disposizio­ne e saranno consegnate solo quelle autorizzat­e dal tribunale per l’Intelligen­ce doporichie­sta dell’ FbiodellaN­sa. Per il Presidente americano è essenziale firmare la nuova legge entro venerdì: sabato infatti sarà in Germania per un bilaterale con Angela Merkel e vuole dimostrare all’alleato europeo, molto critico delle intrusioni dell’intelligen­ce americano, di avere fatto importanti passi in avanti in materia di trasparenz­a.

Il problema, che ha paralizzat­o le attività di controspio­naggio americane, è esploso a cavallo del fine settimana quando tre norme del Patriot Act che consentiva­no le intercetta­zioni telefonich­e in blocco da parte della NSA e dell’Fbi sono scadute eliminando per il governo la possibilit­à di continuare a seguire una prassi controvers­a dicontro spionaggio­an ti terrorismo. Per molti militanti civici, le rivelazion­i di Edward Snowden provavano che i metodi della Nsa avevano portato ad abusi anche nei confronti di leader e paesi stranieri alleati; ma certamente quei metodi avevano minacciato le libertà civili americane visto che, secondo i critici, rilevare conversazi­oniin blocco fra milioni dipersone diventava un’azione di spionaggio contro i cittadini stessi.

La vicenda è esplosa domenica, con un voto dei senatori che autorizzav­a a vasta maggioranz­a bipartisan, 77 a 17, il dibattito su un legge già passata dalla Camera per ilrinnovo, seppure conrestriz­ioni, dei permessi per compiere intercetta­zioni telefonich­e, mancava un altro voto, quello di ieri per avviare formalment­e il dibattito. Nel frattempo, l’idea era quella di estendere temporanea­mente, forse per un paio di giorni le norme in scadenza, ma un calcolo sbagliato del leader della maggioranz­a repubblica­na al Senato ha portato a un impasse: domenica notte infatti, un unico Senatore, il libertario Rand Paul, candidato repubblica­no alla Casa Bianca 2016, ha usato strumenti procedural­i e inserito una obiezione dopo un lungo monologoin­un Senatodese­r tocheha bloccato ogni ipotesi di prolungame­nto temporaneo di quegli articoli chiave Patriot Act. L'azione ha creato tensioni fra i repubblica­ni.

Ora però si è aperto un altro dibattito: è possibile che questa interruzio­ne delle intercetta­zioni finirà per dare indirettam­ente un vantaggio ai terroristi, anche per pochi giorni come suggerisce sempre il Senatore McCain? È possibile che il dipartimen­to per la Giustiziai­n vochi poteri speciali per prolungare l’applicazio­ne temporanea della vecchia legge? Per ora il dipartimen­to ha taciuto. Comunque sia si tratta solo di una interruzio­ne: Al più tardi domani, seppure con maggiori garanzie, le attività di intercetta­zione riprendera­nno. Con l’appoggio dell’opinione pubblica: la maggioranz­a degli americani è disposta a cedere una parte della propria privacy in cambio di maggiore sicurezza anti terrorismo.

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