Il Sole 24 Ore

Mosca contro Bruxelles: «Violate norme etiche»

- Antonella Scott

pIl prossimo arrivo a Milano di Vladimir Putin, atteso all’Expo il 10 giugno; la necessità di rilanciare comunque le relazioni bilaterali, e quelle tra Russia e Unione Europea, sia sul piano economico che in tanti dossier internazio­nali; la nutrita presenza di imprendito­ri italiani al Forum economico di metà giugno a Pietroburg­o; l’attenzione al “made in Italy” ma anche al “made with Italy” - produzioni congiunte italo-russe - per contrastar­e l’impatto delle sanzioni. La visita di Paolo Gentiloni ieri a Mosca ha cercato di andare contro la corrente di una giornata ancora tutta concentrat­a sulla “lista nera”, l’elenco di 89 politici e militari europei a cui è vietato l’ingresso nella Federazion­e Russa. Un’iniziativa, aveva scritto la Farnesina alla vigilia, di cui «non si comprendon­o le ragioni e le modalità».

E tuttavia la conferenza stampa seguita all’incontro con Gentiloni è stata per il ministro degli Esteri russo, Serghej Lavrov, l’occasione di spiegare il punto di vista di Mosca. «Ci accusano - ha detto Lavrov rispondend­o a una domanda dell’agenzia Ansa - di aver stilato la lista delle persone a cui è precluso l’ingresso in Russia in modo arbitrario e ingiustifi­cato, là dove invece l’Unione Europea ha rispettato tutte le regole. Sono in imbarazzo a discutere l’assurdità di una logica simile, il tentativo di sostituire il diritto internazio­nale con dei veri pregiudizi politici». Secondo Lavrov, la diffusione dei nomi contenuti nella lista - attraverso gli organi di stampa - è una «violazione di norme etiche».

La risposta del Cremlino alle sanzioni europee - tra queste un elenco di 151 russi e ucraini banditi dalla Ue per il loro coinvolgim­ento nell’annessione della Crimea e nella rivolta del Donbass - è un analogo elenco in vigore da tempo, ma che i russi non avevano voluto diffondere. Chiunque, spiegano, avrebbe potuto rivolgersi ai consolati della Federazion­e Russa in Europa per conoscere la propria posizione: nella “black list”, ha detto ieri Lavrov, sono incluse persone che avrebbero «appoggiato attivament­e il colpo di Stato (del febbraio 2014 a Kiev, ndr) in seguito al quale i russi in Ucraina hanno iniziato a essere perseguiti e discrimina­ti».

Tra queste è il deputato tedesco Karl-Georg Wellmann, fermato il 24 maggio scorso all’aeroporto moscovita di Sheremetev­o e rimesso su un aereo per Berlino: «Trattato come un criminale», ha raccontato. In seguito alle pressioni della Germania, Mosca ha accettato di consegnare la famosa lista alla rappresent­anza Ue in Russia, chiedendo però di non pubblicarl­a: poco dopo, l’elenco era già sul sito della tv finlandese. Ora i russi si sentono ingannati: «Non volevamo seguire il cattivo esempio della Ue - ha detto ieri Lavrov - e creare una chiassosa campagna leggendo i nomi ad alta voce».

Ma la lista, secondo il ministro Gentiloni, non aiuta un dialogo che non dovrebbe essere congelato a causa delle divergenze sull’Ucraina. Lo dimostrano i tanti fronti aperti - dalla Libia e i flussi migratori alla guerra al terrorismo e all’Isis - in cui Europa e Stati Uniti hanno bisogno della collaboraz­ione russa, come ha anche dimostrato il recente incontro tra Putin e il segretario di Stato americano, John Kerry. A Mosca il ministro degli Esteri ha anche incontrato i rappresent­anti della comunità imprendito­riale italiana: «Per chi fa business - ha detto - lavorare in un Paese in difficoltà come la Russia in questo momento non è facile». Un modo per consolidar­e comunque la presenza del nostro Paese, ha osservato Gentiloni, è «lavorare non solo sul nostro export ma anche fare lavorazion­i insieme alla Russia. Non solo “made in Italy” ma anche “made with Italy”. Questo messaggio al governo russo interessa».

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