Consolidare la cultura del merito
Puntare sul rafforzamento degli strumenti di valutazione qualitativa
Aquattro anni dalla nascita dell’Anvur possiamo dire che la valutazione e il riconoscimento del merito sono entrati a far parte a pieno titolo del governo delle Università e degli Enti di Ricerca. Lo testimonia l’appoggio costante all’operato dell’Agenzia da parte della Conferenza dei Rettori e dei centri di ricerca. Ce lo confermano in maniera chiara e inequivocabile le visite in loco degli esperti della valutazione organizzate dall'’Anvur nei vari atenei: la valutazione è vista come giusto bilanciamento dell’autonomia. La battaglia contro coloro che dicono “la valutazione sì, tuttavia…”, il partito del continuo rimandare o, come scriveva Brecht, “dell’usare la testa solo per scuoterla”, è ormai vinta. Il comparto dell’alta formazione e della ricerca è quindi tra i pochi, se non addirittura il solo, ad aver intrapreso questo passo con decisione invece che abbandonarsi al mugugno e a manifestazioni di protesta. Questo impegno dovrebbe quindi trovare un adeguato riconoscimento nell’opinione pubblica e dovrebbe essere premiato sul piano dei finanziamenti, purtroppo ancora in calo nel 2015. Il compito che ci aspetta d’ora in poi non è più quello di stabilire se sia opportuno introdurre nel nostro Paese un sistema di valutazione e di assicurazione della qualità per l’alta formazione. Piuttosto oggi dobbiamo concentrarci su come adattare il lavoro già avviato alle necessità che via via emergono nel sistema. Per riuscirci è fondamentale che l’Agenzia venga percepita come uno strumento a servizio dell’accademia e della ricerca e non come un arbitro sanzionatore. Ma soprattutto c’è bisogno di una chiara indica- zione politica sulla necessità che si consolidi la cultura del merito; bisogna rafforzare gli strumenti della valutazione come elemento imprescindibile della qualità della didattica e della ricerca e quindi della “buona università” (che non vuol dire che quella attuale sia “cattiva”, perché non lo è). Né l'Università, né tanto meno il Paese, hanno invece bisogno, di un giornalismo scandalistico che, pur di attrarre qualche lettore in più, continua ad alimentare la disinformazione e il pettegolezzo, senza discernere tra buone pratiche e malgoverno, tra chi cerca di innovare e migliorare e chi difende lo status quo.
In quest'ottica voglio richiamare l'attenzione su alcuni segnali incoraggianti. È stata avviata da parte degli organi competenti del MIUR la procedura di sostituzione dei consiglieri ANVUR che hanno terminato il loro mandato, che dovrebbe concludersi entro la fine di giugno. Il MIUR ha inoltre manifestato con chiarezza la volontà che, anche in questa fase di transizione, l'operatività dell'Agenzia non subisca rallentamenti. A breve inoltre sarà emanato il decreto che darà il via al secondo esercizio di Valutazione della Qualità della Ricerca (VQR). L'ANVUR è pronta a questa nuova sfida: abbiamo già pubblicato la call per la selezione degli esperti che valuteranno i prodotti della ricerca. A breve sarà presentata anche la bozza del bando della VQR 2011-2014 che, come nel precedente esercizio, servirà come base di dialogo con l'Accademia per la definizione del bando definitivo. A quel punto ANVUR partirà con l'esercizio valutativo vero e proprio, con l'obiettivo di mettere a disposizione del MIUR i risultati per l'assegnazione del Fondo di Finanziamento Ordinario già nel 2016. Contemporaneamente l'Agenzia sta proseguendo le sue attività istituzionali. Tra queste, le visite agli atenei, avviate nello scorso autunno. Nel 2015 visiteremo 15 università, di cui cinque telematiche, e nel 2016 altre venti. Nel giro di un quinquennio avremo completato tutti gli atenei italiani. Vorremmo che queste visite continuassero a essere vissute dagli atenei non come delle ispezioni ma come opportunità per migliorare la propria governance e la qualità della didattica, garantendo agli studenti la centralità richiamata dalle linee guida europee nella progettazione e nella gestione dell'offerta formativa.
Un altro importante obiettivo è il miglioramento della qualità degli oltre 900 corsi di dottorato di ricerca attivi in Italia. Dopo una lunga sperimentazione condotta insieme alle università, lo scorso anno ANVUR ha definito i criteri da utilizzare per l'accreditamento dei corsi e per la loro valutazione periodica. Ci stiamo così incamminando verso un completo riconoscimento istituzionale del terzo livello di formazione, quello dottorale, durante il quale vorremmo che i nostri giovani acquisiscano anche la necessaria maturità nel problem solving e nel decision making, qualità indispensabili non soltanto nel mondo della ricerca.
Infine una parola sulla formazione a distanza che merita grande attenzione, visto il continuo evolvere degli strumenti di comunicazione. Si tratta di un settore strategico che va presidiato e non lasciato senza guida. La formazione a distanza non riguarda più soltanto le università telematiche, ma anche quelle tradizionali che propongono corsi in modalità telematica, e che stanno studiando come integrare i MOOC (Massive Open Online Courses) nella propria offerta didattica, intercettando nuovi target di studenti. Nei prossimi mesi l'ANVUR conta di stabilire accordi con alcune delle università che hanno deciso di percorrere questa via, come ad esempio la Federico II di Napoli, per mettere ulteriormente a fuoco i criteri di autovalutazione e di valutazione esterna che questa tipologia di formazione richiede.
In futuro ANVUR continuerà a proporsi come strumento per il miglioramento della qualità della ricerca e dell'alta formazione, in linea con gli standard europei. Allo stesso tempo promuoverà studi e analisi su quel complesso sistema che è l'Università, in cui studenti, docenti, tecnici e amministrativi interagiscono costantemente con l'obiettivo di creare la classe dirigente del Paese. Solo questa comprensione permetterà di migliorare ancora gli strumenti di valutazione e di arrivare a quella “semplificazione” da molti evocata. Sapendo bene che semplificare davvero non significa tagliare qua o là, ma individuare gli elementi essenziali, attraverso una profonda comprensione del funzionamento del sistema universitario e della ricerca.
I CONTROLLI L’Agenzia sta proseguendo le visite agli atenei, avviate in autunno. Nel 2015 verranno visitate 15 Università di cui 5 telematiche (altre 20 nel 2016)