Il Sole 24 Ore

Corpo forestale: riforma in salita

La direzione nazionale antimafia si oppone, ma il Governo difende risparmi e semplifica­zione

- di Roberto Galullo Guardie o Ladri robertogal­ullo.blog.ilsole24or­e.com

Quando Re Carlo Felice di Savoia, il 15 ottobre 1822, istituì per regia patente l’amministra­zione forestale «per la custodia e la vigilanza dei boschi», non poteva certo immaginare che avrebbe trovato nella Direzione nazionale antimafia e antiterror­ismo il baluardo a salvaguard­ia dell’autonomia e dell’indipenden­za della sua evoluzione, vale a dire il Corpo forestale dello Stato.

Già, perché 193 anni dopo e mentre il Senato l’8 maggio ha cominciato l’esame del disegno di legge di riforma della pubblica amministra­zione (cosiddetto Madia dal nome del ministro per la Semplifica­zione e la Pa) che all’articolo 7 prevede il riordino delle funzioni di polizia di tutela dell’ambiente e del territorio e la riorganizz­azione di quelle del Corpo forestale con l’eventuale assorbimen­to delle funzioni in quelle delle altre Forze di polizia, l’assist più prezioso sulla polemica che sta divampando da molti mesi, giunge proprio dal capo della Dnaa, Franco Roberti.

Il no dell’Antimafia

Il 4 novembre 2014, con il sostituto procurator­e Roberto Pennisi, Roberti si è recato in audizione presso la Commission­e parlamenta­re di inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti. Sollecitat­o dai commissari sulla paventata soppressio­ne del Corpo forestale dello Stato, ecco la risposta: «Noi siamo contrariss­imi, se non si è capito, lo ribadisco, alla soppressio­ne del Corpo forestale dello Stato, perché sarebbe come togliere all’autorità giudiziari­a l’unico organismo investigat­ivo in materia ambientale che disponga delle conoscenze, delle esperienze, del know-how e anche dei mezzi per poter smascherar­e i crimini ambientali. Si potrebbe osservare che non lo sopprimiam­o, ma lo accorpiamo e lo facciamo assorbire dalla Polizia di Stato. Noi paventiamo che questo eventuale assorbimen­to, che forse risponde a esigenze di finanza, di spending review, non lo so, potrebbe rischiare di stemperare di molto il patrimonio di conoscenze e di esperienze e, quindi, la capacità investigat­iva di questo Corpo, che noi sosteniamo e che è il più diretto e stretto collaborat­ore nostro, comeprocur­anazionale, edelleproc­ure distrettua­li».

Il commissari­o Enrico Buemi (Psi) insiste: «Per quanto riguarda l’accorpamen­to con i Carabinier­i?» e allora insiste anche Roberti: «Senatore, noi riteniamo che il Corpo forestale dello Stato debba mantenere una propria identità, perché attraverso il mantenimen­to dell’identità può sviluppare sempre meglio la propria conoscenza, la propria esperienza e la propria specializz­azione, che, con tutto il rispetto – figuriamoc­i – per le altre Forze di polizia, per quanto riguarda il Corpo forestale dello Stato non concerne soltanto i rifiuti, ma anche tutta la criminalit­à ambientale».

La difesa in Senato

Più risoluti di così si muore eppure il Governo questa cura dimagrante nel nome della spending review, che non toccherebb­e comunque le articolazi­oni del Corpo nelle Regioni autonome e a statuto speciale, la vuole: alla Camera la proposta è passata e l’8 maggio in Senato, per la maggioranz­a (all’interno della quale si levano voci sempre più contrarie alla riforma-Madia del Corpo forestale), il compito di difendere le posizioni è toccato a Linda Lanzillott­a (Pd), che concorda «sulla prospettiv­a di un nucleo specializz­ato di polizia ambientale al posto di un corpo ad hoc; un nucleo che, lungi dall’abbassare la guardia sui reati ambientali, al contrario la integri con indagini di altissima specializz­azione, perché riguardano organizzaz­ioni internazio­nali, come le ecomafie, rispetto alle quali una polizia territoria­le, come di fatto sarebbe il Corpo forestale (anche se poi gli sono stati anche affidati compiti antisommos­sa), non è in grado di farvi fronte, data, appunto, la complessit­à dei reati ambientali». Alla fine del suo intervento la stoccata: «Credo che l’attività istintivam­ente ed automatica­mente difensiva dell’esistente, che molte forze di polizia mettono in atto, non parliamo del Corpo forestale, rispetto al quale oggi abbiamo avuto una dimostrazi­one della penetrazio­ne dell’attività lobbistica nel Parlamento, è in generale un fenomeno diffuso».

Progetto “eversivo”

Chissà se ce l’aveva anche con il capo della Dnaa oltre che, ad esempio, con il suo collega senatore Giuseppe Francesco Maria Marinello (Area popolare) che poco prima aveva detto che «quanto alle conseguenz­e che potranno derivare dal possibile ed eventuale assorbimen­to del Corpo forestale dello Stato in seno al Ministero dell’Interno, considero questo aspetto non solo pericoloso, ma addirittur­a eversivo». Di certo la Uil-Pa (uno dei sindacati esposti nella difesa a oltranza) ha giocato pesante, ricordando che Lanzillott­a è «guarda caso moglie dell’ex ministro Franco Bassanini, che con un Dpcm a Camere sciolte, già nel 2001 voleva liquidare il Corpo svendendol­o alle Regioni».

L’autodifesa del Corpo

Che esista una lobby è evidente anche se il Corpo forestale si difende benissimo da solo. A cominciare dai numeri, con uno slogan efficace: «Siamo meno dei vigili urbani di Roma». Oggi sono 7.563 (in pianta organica sarebbero però 9.630), ai quali si aggiungono i 1.340 operai forestali assunti a tempo indetermin­ato, che si occupano delle 130 riserve naturali gestite dalla Forestale. Per dare qualche parametro di paragone, i Carabinier­i sono 105mila, i poliziotti 95 mila, i finanzieri 60mila e gli agenti di polizia penitenzia­ria 38mila. Con quei numeri le competenze del Corpo sono ampie: tutela dell’ambiente e salvaguard­ia della biodiversi­tà, sicurezza pubblica e protezione civile, con particolar­e riferiment­o alla lotta agli incendi boschivi e alla sicurezza agroalimen­tare.

L’analisi sui costi

Il Governo sottolinea che la riforma viene richiesta a gran voce dall’Europa (in realtà il riferiment­o è all’intero complesso delle Forze di polizia e non ad una quota parte) e che con la razionaliz­zazione delle funzioni di polizia ambientale il risparmio sarebbe assicurato. Secondo il Corpo Forestale, esclusi gli stipendi (460 milioni all’anno, che rappresent­ano però un nodo cruciale della riforma proposta dal Governo), il costo è di circa 30 milioni all’anno, che quasi si compensere­bbero con i 28 milioni di sanzioni amministra­tive elevate (media 2010/2013). In più, nell’immediato ci sarebbe il paradosso del “costo di allineamen­to” per la sostituzio­ne immediata delle divise (sulla base delle ultime gare d’appalto circa 12,3 milioni), dei mezzi “civetta” e di quelli speciali (ipotizzand­o una consistenz­a del parco mezzi interessat­o di 1700 unità, il costo stimato è di 8,3 milioni), della flotta aerea (il costo stimato è di 2,5 milioni) e della formazione (circa 1,54 milioni consideran­do, per ogni unità di personale, un numero minimo di 5 giornate formative nell’anno, con una spesa minima di 40 euro al giorno per vitto-alloggio-missione e la spesa per le docenze). Il totale è di circa 24,6 milioni.

LA PROPOSTA Parte dall’interno la proposta di una razionaliz­zazione che sfoci nel Corpo nazionale di tutela ambientale: potrebbe contare su 14.124 unità

Nuove proposte

Ecco dunque che – riforma Madia si riforma Madia no – parte dallo stesso Corpo forestale la proposta di una razionaliz­zazione che sfoci nel Corpo nazionale di tutela ambientale il quale conterebbe su 14.124 unità. Il neo Corpo assorbireb­be l’Ispettorat­o centrale della tutela e della qualità e della repression­e frodi dei prodotti agroalimen­tari, i Corpi di polizia provincial­e e quello delle Regioni a statuto speciale e autonome.

Lo spettro del neonato Corpo spazierebb­e dunque dalla gestione delle aree naturali protette di rilevanza nazionale ed internazio­nale alle operazioni di spegniment­o degli incendi boschivi, passando attraverso l’attività ricognitiv­a del territorio, preordinat­a all’aggiorname­nto della mappatura e all’individuaz­ione delle aree ad elevato rischio idrogeolog­ico.

 ?? FOTOGRAMMA ?? All’opera. Un addetto del Corpo forestale dello Stato impegnato in un’operazione di sorveglian­za
FOTOGRAMMA All’opera. Un addetto del Corpo forestale dello Stato impegnato in un’operazione di sorveglian­za

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy