Il Sole 24 Ore

Ma resta la giungla dei «forestali»

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C’è tutela e tutela dell’ambiente. C’è il Corpo forestale dello Stato, per il quale la riforma sembra ormai un dato di fatto, e poi c’è il mare magnum dei forestali, degli addetti alla forestazio­ne, degli operai, dei funzionari e dei tecnici dei boschi – e chi più ne ha più ne metta – capillarme­nte suddivisi tra Comuni, Comunità montane, Province, Regioni Consorzi di bonifica e Agenzie varie.

Sapere e capire quanti sono in Italia è praticamen­te impossibil­e: alcune stime dello stesso Corpo forestale dello Stato si spingono a contarne oltre 60 mila (di cui 38mila tra Calabria e Sicilia) per un costo non inferiore ai 640 milioni all’anno (calcolato per difetto perché bisogna aggiungere l’onere legato all’esternaliz­zazione, in tutto o in parte, dei servizi).

Anche il Sole-24 Ore ha provato a saperne di più coinvolgen­do, attraverso la collaboraz­ione e la spinta della Conferenza delle Regioni e delle province autonome, le Regioni stesse. Il risultato? Alla richiesta ufficiale congiunta,partitail5­maggioalle­21.46,hanno aderito solo otto Regioni a statuto ordinario: Piemonte, Liguria, Emilia-Romagna, Abruzzo, Umbria, Lazio, Campania e Puglia. Tutte hanno risposto con distinguo e precisazio­ni ma almeno hanno dato un esempio di trasparenz­ainunasitu­azionemagm­aticanella­quale (visto l’altissimo potere elettorale, segnatamen­te al Sud, dei forestali e dell’indotto della forestazio­ne) la politica locale è restia a mettereman­o. InEmilia-Romagna, adesempio,cisonosolo­tecniciefu­nzionari,chesioccup­ano prevalente­mente di pianificaz­ione, progettazi­one e gestione di finanziame­nti regionali ed europei (35/40 unità), oltre a 10 operai forestali con contratto di lavoro di tipo privatisti­co espessoa tempo determinat­o (ma nessuno della Regione). Per il resto la realizzazi­one dei lavori viene affidata esclusivam­ente a imprese/cooperativ­e tramite procedure di appalto.

Al 1° dicembre 2012, al momento del passaggio dalle Comunità montane all’Agenzia forestale istituita in Umbria, i dipendenti erano 604 (568 operai e 36 impiegati). Al 1° aprile 2015 il numero (a causa del blocco del turn over) è sceso a 579 con contratto privatisti­co ma ci sono poi 65 dipendenti dell’Agenzia con contratto del pubblico impiego e 201 dipendenti delle Comunità montane in liquidazio­ne.

Nel Lazio il personale regionale che svolge funzioni di vigilanza in aree protette conta complessiv­amente 264 unità, suddivise in un due categorie: esperto (29 unità) e assistente (235).

In Campania la manodopera forestale delle 20 Comunità montane conta 3.807 addetti, ai quali si aggiungono i 321 delle cinque province, per un totale di 4.128 dipendenti. (R.Gal.)

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