«Zurich punta sull’Italia Tre miliardi per acquisizioni»
Pronti a utilizzare il capitale in eccesso per crescere anche nel Paese
Nel 2011, nel pieno della bufera sui debiti statali del Sud Europa, Zurich ha venduto in pochi mesi titoli di stato italiani per miliardi di dollari. A quei tempi l’esposizione verso i Paesi periferici è stata ridotta di 700 milioni, da 11,6 a 10,9 miliardi, e verso l’Italia di circa 2 miliardi, da 7,2 a 5,4 miliardi. Nei mesi successivi lo scenario si è però rasserenato e il colosso assicurativo svizzero ha invertito la rotta, sia investendo fortemente nel core business assicurativo in Italia - divenuto Paese strategico per il gruppo – sia accentuando investimenti finanziari nelle emissioni del Tesoro: 6,7 miliardi nel 2012, 8,9 miliardi nel 2013, 9,4 miliardi nel 2014. Oggi Zurich, spiega il numero uno Martin Senn, in questa intervista al Sole 24 Ore, «ha molti più BTp e BoT in portafoglio di quanti non ne avesse prima della crisi del debito sovrano».
E l’Italia potrebbe diventare anche meta di acquisizioni. Il gruppo svizzero vuole infatti reimpiegare 3 miliardi di dollari di capitale in eccesso entro la fine del 2016, anche con lo shopping. «Se nei prossimi mesi la compagnia troverà delle occasioni di acquisizioni, per esempio in Italia o nei mercati strategici, da associare agli investimenti per la crescita interna, le coglierà – ha concluso Martin Senn - se no restituirà il capitale in eccesso agli azionisti».
pNel prezzato sul mercato.
«Perlaprimavoltadallafinedella guerra fredda, il rischio geo-politico è peraltro superiore a quello finanziario. A inizio 2014 non parlavamo della crisi in Ucraina, di Siria, Isis, rifugiati politici – sottolinea Senn – rischi politici che non possono essere prezzati sui mercati fino a quando non accadono». Insomma, un contesto esterno che fra Grecia, tassi negativi, crescita economica lenta e rischi politici è ancora “sfidante”. In questo contesto, sottolinea Senn, «Zurich sta accelerando sugli investimenti nel core business. Investe in innovazionetecnologica,“bigdata”,robotica, telematica, software e modelli matematici di analisi e previsione; la compagnia spende in IT ogni anno complessivamente oltre 1 miliardodidollari, dicuiunaparteimportanteecrescenteperl’Italia, Paese prioritario in cui vogliamo aumentare la quota di mercato». In Italia sottolinea peraltro Camillo Candia, ad di Zurich Italia, è stato avviato il progetto “digital hub”, una «piattaforma tecnologica complessa, disponibilesututtiidevice fissi e mobili, integrata in tempo reale con tutti i sistemi di emissione, di incasso, di gestione dei sinistri, con funzionalità di firma avanzata e grafometrica, attraverso la quale viene esaltata la relazione tra gli agenti e i clienti grazie anche all’opportunità per l’Intermediario di gestire in piena mobilità tutti gli eventi rilevanti da un punto di vista assicurativo».
Oltre alla crescita per linee interne, con lo sviluppo a livello globale anche di nuove coperture in settori di frontiera come il cyber risk, losviluppodiZurichpotrebbe presto arrivare anche per linee esterne. Il big svizzero, che ha confermato i target del piano strategico al 2014-16, fra cui un ritorno sul capitale fra il 12-14% e una Solvency, secondo lo Zurich-Economic capital model ratio, fra il 100% e il 120%, vuole reimpiegare 3 miliardi di dollari di capitale in eccesso entro fine 2016, anche con acquisizioni. «Se nei prossimi mesi la compagnia troverà occasioni di acquisizioni, per esempio in Italia o nei mercati strategici, da associare agli investimenti per la crescita interna, le coglierà – ha concluso Martin Senn - se no restituirà il capitale in eccesso agli azionisti».
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0 pIn queste circostanze, afferma il rapporto, il comportamento univoco degli investitori, che reagiscono come «un gregge» per esempio a situazioni geopolitiche impreviste, può fare scattare quello che l’autorità di Francoforte definisce un «doppio colpo»: l’aumento delle passività dovuto all’abbassamento dei rendimenti e la riduzione del valore delle attività, a causa del più alto livello dei premi al rischio.
Gli acquisti della Bce, secondo il rapporto, possono esacerbare la volatilità, come si è verificato nel recente episodio del balzo dei rendimenti sui Bund, i titoli di Stato tedeschi, storicamente una del-