Ipo, nuovo sprint verso Piazza Affari
In pole position i gruppi infrastrutturali e quelli legati all’immobiliare
Infrastrutture, immobiliare, alimentare e finanza. Sono questi i settori privilegiati delle prossime matricole di Piazza Affari, i cui dossier sono sul ta- volo degli investitori istituzionali esteri.
Si va dalle torri di Inwit all’Aeroporto di Bologna, fino all’immobiliare di Sorgente Res, e di Domus Italia e Banca Sistema. Farà invece domani il debutto borsistico il caffè Zanetti-Segafredo, dopo la buona accoglienza ricevuta da retail e, in parte, anche dagli istituzionali.
In particolare, a Piazza Affari sembra un momento d’oro per la quotazione delle infrastrutture che ad oggi sono uno dei settori più ghiotti per gli investitori istituzionali stranieri, grazie a flussi di cassa stabili e alla generosa politica dei dividendi.
Così sotto i riflettori della Borsa sono prossime a finire le torri Telecom Italia confluite in Inwit, ma anche l’Aeroporto Guglielmo Marconi di Bologna. In particolare, Inwit potrebbe sfruttare l’interesse di molti investitori esteri per il settore delle torri di trasmissione telefonica, dopo il successo ottenuto un mese fa tra gli istituzionali per l’Ipo a Madrid di Cellnex, la società che ha raccolto le torri di Abertis in Europa.
La Borsa è sembrata la destinazione naturale pure per l’Aeroporto Guglielmo Marconi di Bologna, dopo che gli azionisti pubblici (tra cui enti locali come la Provincia di Bologna e la Regione Emilia Romagna) hanno preso la decisione di uscire dal capitale per monetizzare le loro partecipazioni. Ridurranno invece le loro quote la Camera di Commercio e il Comune di Bologna.
Un appetito altrettanto forte da parte degli investitori esteri, soprattutto americani, ci potrebbe essere per il settore immobiliare italiano, che viene considerato abbastanza a sconto rispetto al resto d’Europa: il primo autentico test ci sarà comunque con Sorgente Res.
Il gruppo guidato da Valter Mainetti sarà infatti la prima società d’investimento immobiliare quotata secondo il nuovo regime introdotto in Italia alla fine del 2014 (con il decreto Sblocca Italia) con un modello di business focalizzato su immobili a reddito di elevato pregio. Il valore dell’operazione dovrebbe essere attorno ai 500 milioni di euro.
A seguire, con una tempistica che non è ancora chiara, ci potrebbe essere lo sbarco in Borsa di un’altra società immobiliare, cioè Domus Italia, azienda del gruppo Caltagirone (pronta a nascere con il conferimento di immobili residenziali per 600-700 milioni) che proprio in questi giorni sta testando l’interesse degli istituzionali Usa.
Ma alla prova della Borsa come si comporteranno i titoli? La prova del nove ci sarà con Massimo Zanetti Beverage Group, società del caffè nota per la marca Segafredo, che proprio domani debutterà sulle negoziazioni. Negli scorsi giorni il gruppo ha completato il proprio book con successo al prezzo più basso della forchetta: la domanda è stata di tre volte l’offerta per il retail e di una volta e mezza per la parte istituzionale.
L’Ipo di Massimo Zanetti Beverage Group ha dimostrato che il momento è positivo per le nuove quotazioni, ma che un fattore cruciale è la ricerca di investitori istituzionali di qualità e con un’ottica di lungo periodo da ospitare nel capitale: come Blackrock, Amundi o i maggiori asset manager italiani, mentre è più rischioso avere come soci gli hedge fund speculativi che hanno una strategia di brevissimo periodo.
Un test importante per le nuove quotazioni nel settore del credito ci sarà infine con Banca Sistema, istituto indipendente attivo nell’acquisto, gestione e finanziamento dei crediti verso la pubblica amministrazione.
In quest’ultimo caso resterà da verificare l’interesse degli istituzionali esteri (che si sono mostrati molto reattivi su immobiliare, infrastrutture e alimentare) per un settore che sembra più adatto ad investitori specializzati e con competenze molto specifiche.
Ovviamente la fame di Ipo dovrà fare i conti con la situazione congiunturale dei mercati. La Borsa resta in altalena sulle novità provenienti da Atene e i grandi investitori, come sempre capita in questi casi, sono pronti a cambiare strategia (ed area geografica) sulla scia di previsioni in continua evoluzione. I mercati europei (e l’Italia) sono ancora a buon mercato (come valutazioni borsistiche), ma il futuro della Grecia resta un’insidia da non sottovalutare.