Aim si prepara al «salto»: punta a contare 90 società
Era il mercato che ha trainato le quotazioni del 2014. Ora si prepara al salto di qualità atteso da tempo, non solo in termini di matricole, ma anche di dimensioni delle operazioni e delle aziende quotate. Aim Italia è pronto nel 2015 ad avvicinarsi alle 90 società (superando in volata il più blasonato segmento Star del mercato principale di Borsa), con una trentina di nuove matricole; un dato che se confermato rappresenta un aumento di circa il 50% rispetto alle 22 società che si sono affacciate nel 2014 sul mercato cadetto di Piazza Affari.
Da inizio anno sono già arrivati nove gruppi ( Italian Wine Brands, Mobyt, Digitouch, Caleido Group, Clabo, Mondo Tv Suisse, Elet
tra Investimenti, Cover50 e BioDue), ma molte sono le società date per prossime allo sbarco, complice anche il percorso veloce garantito da questo mercato: gli ultimi annunci riguardano la società dell’IT Piteco (con un’operazione da 15 milioni), Masi Agricola (famosa per la produzione dell’Amarone) e Giglio Group (società di produzione televisiva), mentre società del progetto Elite -il vivaio delle PMI di Borsa - come Tecnocap (tappi metallici) guardano al mercato nel medio termine.
Altre possibili matricole si trovano, poi, nel real estate e nelle infrastrutture ( Abitare In e Geodata), nell’ enogastronomia ( Il Gambero Rosso), ma anche in settori come i media ( Il Fatto Quotidiano). Si tratta di una serie di operazioni fra cui, spiega Barbara Lunghi, responsabile dei mercati per le PMI di Borsa, potrebbe trovare spazio anche qualche Ipo più consistente. «AIM Italia ha una pipeline robustissima ed estremamente diversificata» spiega Lunghi. «Le operazioni di controvalore limitato continueranno ad esserci e sono nella natura del mercato, ma notiamo un aumento in percentuale di operazioni con un flottante più robusto. È possibile che prima dell'estate si concretizzi un’operazione superiore ai 30 milioni, più grande quindi di quelle che si sono viste sino ad oggi per società industriali e di servizi, fatta eccezione per i veicoli di investimento».
Del resto Aim, complice l’aumento delle matricole, qualche soddisfazione agli investitori può iniziare a darla: guardando il controvalore degli scambi giornalieri diversi titoli fra le matricole più recenti registrano una certa liquidità (fra i 100 e i 200 mila euro di media giornaliera quest’anno, dato che va comunque rapportato alle dimensioni delle aziende): è il caso di Triboo Media, ma anche di Bio On che ha messo a segno una crescita notevole, triplicando il proprio valore dalla quotazione avvenuta in ottobre. Certo, i contrattempi non mancano ( Microspore, ad esempio ha appena lasciato il mercato mentre Sunshine Capital è stata sospesa in attesa del delisting) e le performance del Ftse Aim Italia sono ancora lontane da quelle del mercato principale, ma aggiunge Lunghi: «Si è innescato un circolo virtuoso. Man mano che il mercato diventa più robusto in termini di numero di società, aumenta la possibilità di far convivere in portafoglio società più liquide e con società meno liquide ma con importanti prospettive di crescita». Dello stesso avviso è Kevin Tempestini di Kt&Partners, fra gli advisor più attivi su questo mercato: «Oggi le società Aim più liquide sono diventate liquide quanto le meno liquide dello Star. Si vede che c'è un crescente interesse e per la prima volta da anni si stanno formando investitori specializzati in Pmi quotate». Del resto, aggiunge Tempestini, quest'anno per Aim, insieme a un'infornata di nuove matricole, qualche soddisfazione dovrebbe arrivare anche dal punto di vista dei risultati. «Sono molte le aziende di Aim che dipendono dall’economia italiana in settori come cinema, digitale, pubblicità e webmarketing. La ripresa è partita prima fuori, ma credo che nel 2015 l'economia potrà portare benefici anche su questo mercato».
LE PROSSIME TAPPE È attesa entro l’estate un’operazione sui 30 milioni, più robusta di quelle finora messe a segno sul listino