Le major europee aprono la sfida tra gas e carbone
La World Coal Association: per molti Paesi non ci sono alternative
È di nuovo l’Europa ad aprire la strada sui temi del cambiamento climatico. Ma stavolta sono le compagnie petrolifere a prendere l’iniziativa, in vista dei negoziati Cop21 sul clima, in programma a fine anno a Parigi, chiedendo ai Governi di tuttoil mondo di adottare regole più stringenti per limitare le emissioni di gas serra. La mossa, senza precedenti,hasollevatoun’immediatareazione da parte dei produttori di carbone- giàpenalizzatidalsuccesso crescente delle campagne per il disinvestimento dalle fonti fossili - ed evidenziato una profonda spac-catura tra le major nostrane e quelle statunitensi. ExxonMobil e Che- vron sisono infat tirifiutate di unirsi all’appello all’azione e a qualsiasi altra iniziativa analoga delle compagnie europee.
Sono comunque sei compagnie importanti ad essersi fatte avanti, con una lettera congiunta al capo negoziatore dell’Onu sui temi del climate change, Christiana Figue-resal. La missiva - che suggerisce di adottare un sistema di tariffazione ugualeintuttoilmondoperleemissionidianidridecarbonica- portala firma dell’amministratore delegato dell’Eni, Claudio Descalzi, e quelle dei suoi omologhi in Bp, Shell, Bg Group, Statoil e Total, colossi del petrolio che in pratica stanno chiedendo ditassare la Co2. Lanecessità di ridurre le emissioni, scrivono, è «cruciale» e va perseguita con tutte le opzioni possibili. Quel chesiè fat-to finora, sostengono le major europee, non bastano per contenere entro2gradil’aumentodellatemperaturaglobalenel2030.«Siamopronti arispondereatalesfidaeafarelanostraparte»,proseguelalettera,indicando la volontà di privilegiare il gas, che genera circa la metà delle emissioni di Co2 rispetto al carbone. «Ma per fare di più abbiamo bisogno che i Governi di tutto il mondo ci forniscano un quadro di politiche chiare, stabili, di lungo termine, ambiziose. Questo ridurrebbe l’incertezza e aiuterebbe a stimolare neitempigiustigliinvestimentinel- le giuste tecnolologie a basse emissionienelle giusterisorse».
L’industria carbonifera, che ha già subito colpi durissimi da parte del la comunitàdegli investitori (si veda Il Sole 24 Ore del 29 maggio), non ci sta. «La realtà è che molti Paesi hanno un solo modo per soddisfare i loro crescenti bisogni di energia: il carbone, economico e facilmente disponibile», ha dichiarato ieri Mick Buffier, presidente della World Coal Association (Wca). «È essenziale che ci siano maggiori investimenti in tecnologie per il carbone pulito, per sviluppare la loro applicazion epplic».