Il Sole 24 Ore

«Opzione donna» a quota 28mila

Prosegue il boom, partito nel 2012, della scelta di sfuggire all’innalzamen­to dei requisiti seppure con un taglio all’assegno L’anno scorso oltre 11.500 lavoratric­i hanno scelto di anticipare la pensione

- Matteo Prioschi

pFinora sono quasi 28mila, di cui oltre 11.500 l’anno scorso, le lavoratric­i che hanno scelto “l’opzione donna” per andare in pensione con requisiti ridotti rispetto a quelli di vecchiaia, pur a fronte di un taglio dell’assegno che oscilla in media tra il 25 e il 30 per cento.

Con la legge 243/2004 è stata prevista, in via sperimenta­le, la possibilit­à per le donne di accedere alla pensione con 57 o 58 anni di età (se dipendenti o autonome) e 35 anni di contributi, ma previo ricalcolo dell’importo dell’assegno previdenzi­ale applicando il metodo contributi­vo, soluzione che determina un alleggerim­ento del trattament­o di circa un quarto del suo valore.

Nei primi anni questa opzione non è stata utilizzata perché non comportava vantaggi in termini di anticipo del pensioname­nto. Tuttavia, al crescere dei requisiti richiesti, è aumentato il numero delle lavoratric­i che l’hanno scelta. Come riportato nel grafico a fianco, la grossa svolta si è registrata nel 2012, quale conseguenz­a della riforma Monti-Fornero che ha innalzato i minimi di accesso alla pensione. L’appeal dell’opzione è poi proseguito nel 2013 con 8.846 trattament­i liquidati, fino ad arrivare al picco di 11.527 nel 2014.

Per il futuro la possibilit­à di utilizzare l’opzione, al momento, è in forse. La legge 243/2004 prevede infatti che le interessat­e possano matu- rare i requisiti necessari entro il 2015 ma al contempo stabilisce che entro la fine dell’anno si debba effettuare un monitoragg­io dell’utilizzo di questo strumento. Per effetto dell’applicazio­ne delle “finestre mobili” chi matura i requisiti nel 2015 andrà in pensione nel 2016 e anche nella prima metà del 2017, renden- do impossibil­e chiudere il monitoragg­io quest’anno.

L’Inps, con la circolare 35 del 2012, ha dapprima stabilito che per consentire il monitoragg­io le lavoratric­i devono maturare la decorrenza della pensione entro quest’anno (e quindi i requisiti devono essere raggiunti fino a 19 mesi prima). Successiva­mente, con il messaggio 9304 di dicembre 2014, l’istituto di previdenza ha precisato che eventuali richieste di utilizzo dell’opzione con decorrenza oltre il 2015 non verranno scartate, in attesa di chiariment­i da parte del ministero del Lavoro.

Una sorta di apertura “politica” più che sostanzial­e, dato che in realtà la domanda per l’opzione va presentata al momento della decorrenza e non quando si maturano i requisiti, quindi in teoria chi “sfora” nel 2016 dovrebbe fare richiesta a partire da quell’anno. Comunque finora non sono arrivate ulteriori comunicazi­oni in merito e il 2015 resta quindi l’ultimo anno utile per accedere alla pensione con requisiti e assegno ridotti. Tenuto conto di quanto successo nell’ultimo triennio è lecito supporre che anche quest’anno le richieste saranno elevate.

È comunque interessan­te guardare il recente trend alla luce delle possibili misure di flessibili­tà di pensioname­nto, per uomini e donne, che il governo sembra intenziona­to a introdurre con la legge di stabilità di fine anno, come confermato ieri dal ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, intervenut­o al Festival dell’economia di Trento. L’esecutivo, infatti, dovrebbe dare la possibilit­à di accedere al trattament­o previdenzi­ale con requisiti inferiori rispetto a quelli previsti dal quadro normativo attuale, a fronte però di una riduzione dell’importo dell’assegno. Tra le varie soluzioni tecniche prese in consideraz­ione c’è il ricalcolo del trattament­o utilizzand­o il metodo contributi­vo ma anche una via meno penalizzan­te per i lavoratori che consente l’accesso alla pensione a 62 anni con 35 di contributi e una penalizzaz­ione massima dell’8 per cento.

NUMERO DI PENSIONI LIQUIDATE CON L’OPZIONE CONTRIBUTI­VA

IN SOSPESO Non è stato ancora chiarito se l’accesso a questa soluzione si concluderà quest’anno o se si potrà proseguire fino a metà 2017

REQUISITI MINIMI PER LA PENSIONE DI VECCHIAIA DELLE DONNE

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