Il Sole 24 Ore

Pensioni e povertà, ripartire dai dati

- Di Giampaolo Galli e Mauro Marè

Nella cortese replica al nostro articolo del 26 novembre, Tito Boe ridice varie cose su cui concordiam­o (ad es. in materia di ricongiunz­ioni) e alcune che ci sembrano difficili da capire. In particolar­e, non capiamo come un riforma che non dà une uro ai giovani di oggi e che appesantis­ce il disavanzo pubblico per almeno un decenniopo­ssa produrre un beneficio per i giovani stessi. A tutto voler concedere, ci sembra che ciò sia possibile solo nel lunghissim­o periodo nel caso in cui la riforma generasse degli avanzi futuri tali da ridurre il maggior debito prodotto dai disavanzi dei primi anni o decenni. Il che significa che, forse, a beneficiar­ne potrebbero esserei giovanidi dopodomani, non certo quelli di oggi né quelli di domani.

L’ altro punto che non riusciamo a comprender­e è co mesi possano tagliarele pensioni in essere sulla base della sola variabile dell’età di pensioname­nto. Se si vuole perseguire, come si afferma, l’equità attuariale fra generazion­i occorre ricalcolar­e la pensione sulla ba sedei contributi versati. Essendo questo ricalcolo impossibil­e, Boeri si avvale dell’ osservazio­ne che l’ età di pensioname­nto è la variabile che “spiega maggiormen­te la differenza fra le pensioni effettivam­ente percepite e quelle che sarebbero giustifica­te alla luce dei contributi versati ”. Ci crediamo, ma rimane il fatto che contano anche l’ età acui una persona ha cominciato a lavorare e quanti contributi ha versato: utilizzand­o il solo criterio dell’ età di pensioname­nto si possono tagliare pensioni che sono interament­e meritate sulla base dei contributi versati, il che ci sembra inaccettab­ile. Il taglio proposto da Boeri creerebbe quindi la percezione di una profonda ingiustizi­a (a danno, ad esempio, di chi ha cominciato a lavorare presto e ha contribuit­omolto) e infiniti contenzios­i.

È allora molto meglio chiedere un sacrificio a tutti i pensionati( o, come ha suggeritol­a Corte Costituzio­nale,a tutti i redditi) sopra una certa soglia, come peraltro già avviene oggi con le due misure della de indicizzaz­ione e del contributo di solidariet­à reintrodot­to con la legge di stabilità del 2013 per il 2014. Infine, a proposito del sussidio agli over 55 e ai rischi di utilizzi impropri e dunque costosi per la finanza pubblica, Boeri ci dà una notizia non da poco: già oggi l’Inps disporrebb­e di dati sui redditi e i patrimoni degli individui che consentono di“identifica­re davvero chi è in condizioni di povertà”. Noi abbiamo qualche dubbio per cui temiamo che il sussidio possa costare molto di più di quanto non dicano i calcoli teorici; non si capirebbe altrimenti­perché non si riesca a debellare il vero scandalo di questo paese che è l’ evasione fiscale e contributi­va.Ma se la notizia è corretta perché non partiamo propri od alì?

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