Le mosse di Bankitalia per tutelare i soci Coop
Posto in pubblica consultazione il documento che mira ad aumentare le garanzie sui prestiti sociali
Ci è voluto il crack di due importanti cooperative di consumo friulane, per far tornare l’attenzione di Banca d’Italia sui rischi che corrono le famiglie nel versare i loro risparmi sui libretti delle Coop, i cosiddetti prestiti sociali. Un fenomeno che ormai ha raggiunto dimensioni ragguardevoli: sono circa 1,3 milioni gli italiani che hanno depositato oltre 15 miliardi nei libretti di risparmio delle Coop, 11 miliardi dei quali (oltre il 70%)sono stati raccolti dalle nove grandi Co op. Un flusso di capitali che, di fatto, costituisce il polmone finanziario del sistema cooperativo leader nella grande distribuzione italiana.
Nel sottolineare che «in considerazione delle problematiche emerse in occasione di alcuni episodi di crisi d’ impresa », Banca d’ Italia il 19 novembre scorsoha posto in pubblica consultazione una revisione delle disposizioni in materia di raccolta del risparmio dei soggetti diversi dalle banche, in primis le cooperative. L’obiettivo è rafforzare i carenti presidi di tutela per la vasta platea di risparmiatori che prestano fondi.
Ne sanno qualcosa gli oltre 20mila soci prestatori delle due cooperative cadute in dissesto in Friuli, Coop Operaie Trieste e Coop Carnica. Con la speranza di poter recuperare almeno in parte i risparmi depositati sui prestiti sociali, i soci delle Coop friulane seguono le vicende nelle aule dei tribunali e negli uffici dei notai preposti all’apertura delle buste con le offerte per l’acquisto degli asset delle cooperative che commissari e liquidatori hanno messo in vendita. Immobili e beni strumentali che in una procedura di liquidazione si deprezzano in modo considerevole. E in un contesto incu ile aut hority sollecitano le banche a informare adeguatamente la clientela sui rischi del ba il-in (vedi articoli a pagina 14), peri soci prestatori delle due cooperative il bai l-indi fatto è in essere da sempre, anche se non viene pubblicizzato.
Adesso la pubblica consultazione di Bank italia interviene con ritocchi, integrazioni e importanti precisazioni, che puntualizzano alcuni aspetti relativi all’ unico limite prudenziale chele Co op devono rispettare nell’ambito della raccolta di fondi dai soci: in assenza del già previsto schema di garanzia dei prestiti sociali costituito in ambito cooperativo, l’ammontare dei prestiti sociali non deve superare il triplo del patrimonio; le Coop possono spingersi oltre (fino a cinque volte) se accendono