Polizze, alle Authority non basta il restyling soft
Ivass e Banca d’Italia replicano alle proposte di Abi, Assofin e Ania confermando le richieste di radicali modifiche
Le proposte di restyling delle polizze legate ai mutui fatte dalle associazioni di compagnie, finanziarie e banche non sono state considerate sufficienti dalle Authority. Ivass e Banca d’Italia hanno infatti ribadito la necessità radicale di cambiamento nei giorni scorsi all’industria che progetta questi prodotti, giudicati da tempo poco trasparenti e molto onerosi nonchè fortemente deficitari per coprire le esigenze degli assicurati, come riportato nella lettera al mercato di Banca d’Italia e Ivass di fine agosto che aveva messo in evidenza una serie di problematiche legate alla vendita combinata di polizze e finanziamenti. «Nel prendere positivamente atto che il documento si muove largamente in linea con le indicazioni della citata lettera, si rileva che alcune misure e alcuni esempi di concreta applicazione non sono invece coerenti con tali indicazioni date a suo tempo», esordisce la comunicazione firmata congiuntamente da Ivass e Banca d’Italia. Le proposte delle associazioni (Abi, Ania, Assofin) secondo le Authority di controllo sono ancora non coerenti in particolare sui punti più critici già rilevati come le garanzie rotanti con la richiesta precisa di nuove coperture differenziate per target. Viene ribadito ancora che le durate delle coperture assicurative devono essere uguali a quelle del finanziamento abbinato. In caso contrario si può prevedere anche una polizza a tacito rinnovo, come proposto dagli operatori, ma solo se il contratto si rinnova alle condizioni economiche originarie. Relativamente alla “Dichiarazione di buono stato di salute” viene ribadita la necessità di una un questionario semplificato con una lista delle patologie escluse e se l’assicurato dichiara di soffrire di una patologia non gli si può proporre la copertura.
Quanto alla possibilità di estinzione anticipata del finanziamento abbinato e al rimborso del premio non goduto le Authority confermano la necessità che sia la compagnia ad attivarsi in autonomia per il rimborso del premio. Infine c’è il complicato capitolo tie-in, ossia della vendita combinata di polizze e finanziamenti. «Ivass e Banca d’Italia hanno chiesto che la documentazione di polizze e finanziamenti sia sempre separata, che l’informativa precontrattuale sia chiara, riconoscendo al cliente il diritto di recesso entro 60 giorni e dopo la stipula sia inviata al cliente comunicazione riepilogativa della copertura indicando anche la possibilità di recesso entro 60 giorni», spiega Anna Vizzari, esperta di Altroconsumo . Nel caso in cui la polizza sia stata finanziata si deve prevedere la riduzione della rata o del finanziamento. Si tratta di importi che devono essere comunicati al cliente nella comunicazione riepilogativa. «Le attività di autoregolamentazione firmate da Abi e Assofin con alcune associazioni di consumatori non sono esaustive da questo punto di vista _ spiega Vizzari -. Altroconsumo non ha firmato questo protocollo d’intesa perché appunto non adeguato a tutelare in pieno, secondo le indicazioni di legge, il cliente». Nella lettera è stato ribadito il termine al 22 febbraio 2016 per realizzare gli interventi sulle coperture e sulle offerte, mentre gli intermediari chiedevano una proroga. Un termine giudicato dagli operatori “sfidante”, come sottolinea Assofin. «Ma faremo tutto il possibile per farcela – spiega Umberto Filotto, segretario generale di Assofin -. Ovviamente auspicavamo che fosse sufficiente ciò che avevamo messo a punto, ma crediamo comunque che la risposta dataci da Ivass e Banca d’Italia sia da considerare largamente positiva: la maggior parte delle segnalazioni fatte dalle associazioni all’Authority sono state infatti accolte. Considerate le finalità con cui agisce l’Authority ci sta anche se su qualche punto ci sia divergenza, ma anche dall’intervento di mercoledì 25 novembre nel corso del convegno «Credito al credito» (organizzato da Abi e Assofin) i rappresentanti di Ivass e Banca d’Italia hanno confermato che esiste spazio per un confronto con le autorità per la riprogettazione dei prodotti e la loro ridefinizione».