Il Sole 24 Ore

L’arte ridisegna l’immagine degli Emirates

Sul contempora­neo e sul design 2 milioni di dollari dal Maraya A.C.

- Maria Adelaide Marchesoni

L’eccesso di offerta del petrolio ha determinat­o un calo dei prezzi di oltre il 50% rispetto allo scorso anno, ma secondo Gol dm anSach se un funzionari­o Op ec,ilpeggi ode ve ancora arrivare. Secondo le attese il prezzo del petrolio potrebbe scendere fino a 20 dollari al barile nel 2016, nonostante l’impegno dell’Arabia Saudita con i produttori di oil a livello mondiale, per cercare di stabilizza­re il livello dei prezzi in un range compreso tra 60 e 80 dollari al barile (il prezzo attuale è intorno a 45,5 dollari/barile non lontano dai minimi di metà novembre paria 43,15 dollari/ barile ). Sul terrorismo gli Emirati Arabi Uniti si sono impegnati a combatter el’ Isis el’ estremismo islamico su tutti i fronti. Non solo attraverso la partecipaz­ione alla missione multinazio­nale con gli Stati Uniti, ma anche con la collaboraz­ione di partner internazio­nali volti a sconfigger­e la diffusione dell’ideologia terrorista e la promozione di opportunit­à economiche. Sul versante economico il ribasso del prezzo dell’oro nero non è più una misistema naccia per i paesi del Golfo.

Nel corso degli anni son ostate sviluppate­fonti alternati vedi in come generate dagli investimen­ti nel real estate, nell’ acquisizio­ne dibrandd el lusso e negli anni più recenti anche l’ arte è diventata unass et importante­si a per lo sviluppo economico dell’area, sia come alternativ­e investimen­t. Se in passato all’arte non veniva riconosciu­to alcun valore economico, a partire dal 2006 l’arrivo a Dubai di Christie’s, ha favorito questo cambiament­o. Da allora, la casa d’aste ha battuto oltre 200 milioni di dollari di arte a Dubai e il 70% degli acquirenti sono stati collezioni­sti della regione.

La scena artistica negli Emirati Arabi Uniti e, in particolar­e ad Abu Dhabi, è in gran fermento. Nel giugno 2016 è attesa l’apertura del Louvre Abu Dhabi, con un progetto da 640 milioni di dollari dell’archistar Jean Nouvel (oltre al franchisin­g del marchio per 520 milioni di dollari senza contare i costi di gestione e i presti di opere d’arte), il primo dei quattro musei che saranno costruiti dall’ente Tourism Deve l op mentand Investment Company(TDIC)a Sa adiyatIsla­nd, che ospiterà anche il Performing Art C enter. Una voltacompl­etatonel20­20,tuttoilpro­getto presenterà un costo pari a circa 27 miliardi di dollari. Per il Guggenheim, l’altro brand museale presente sull’isola con un progetto di Fran kG ehryit empi sono ancoralung­hi, ma recentemen­te son ostate delineata le caratteris­tiche della collezione che avrà una particolar­e attenzione per l’arte del Levante, la Turchia e l’Iran – definita con il termine West Asia piuttosto che Medio Oriente – ma anche del Nord Africa e dell’Asia meridional­e. Tra le acquisizio­ni, una «Mappa» del 1989 di Alighi eroe Bo etti, ma anche op eredi artisti locali, tra queste un’ importante raccolta di opere di HassanShar­if, oltre all’opera monumental­e« Act2:P oli t ics. The Repair’s Cosmogony», 2013 dell’artista franco algerino Kader Attia.

Investimen­ti non solo nella costruzion­e di nuovi musei con la supervisio­ne dib rand di prestigio, ma investimen­ti nello sviluppo culturale e nell’ educazione­della popolazion­e. Lo sviluppo del Arte e Cultura negli Emirati ha portato alla distinzion­e di tre centri importanti, ma con caratteris­tiche diverse. Dubai, centro turistico e polo prevalente­mente commercial­e per la promozione delle gallerie, Abu Dhabi e Sharjah dedicati allo sviluppo culturale e artistico con una forte focalizzaz­ione sul contempora­neo per offrire ai giovani nuove connotazio­ni e strumenti per andare oltre i parametri occidental­i. Ibrido il formatdell’ off erta culturale e artistica: museo privato e galleria no prof it.Traqu esti centri dedicati al contempora­nea il Maraya Art Cen tre, spazio d’ arte nopr ofite piattaform­a culturale sostenuto da Sharjah Investment and Developmen­t Authority (Shurooq), presieduto da Sheikha Bodour Bint Sultan Al Qasimi, con losco podi promuovere­i giovani artistidel­la regione degli Emirati e del Golfo e internazio­nali. Lanciato nel marzo 2010, il centro d’arte dispone di 1.500 metri quadrati di spazio espositivo. Giuseppe Moscatello direttore artistico spiega che :« il centro è trale poche realtà no profit della regione araba per la promozione degli artisti residenti negli Emirati focalizzat­o sull’arte contempora­nea». Con un budget di 2 milioni di dollari all’anno divisi tra Maraya Art Centre e 1971 Design Space, Moscatello precisa che :« preferiamo lavorare senza budget prefissati, ovvero senza restrizion­i economiche. Se il progetto che il giovane artista vuole portare avanti merita-prosegue-non ci poniamo limiti per realizzarl­o e ci assumiamo la responsabi­lità anche in caso di fallimento del progetto e di un’eventuale rinuncia al proseguime­nto della carriera artistica. Gli artisti selezionat­i – conclude Moscatello – realizzano le opere durante la loro permanenza al centro e alla fine di questo periodo fanno un soggiorno in altre realtà occidental­i, in questo modo si attua un processo di contaminaz­ione con l’occidente anche se il lavoro di questi giovani artisti è focalizzat­o sulla loro identità, sulle loro tradizioni e nelle loro opere i riferiment­i culturali all’heritage sono ben presenti».

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Hyojin Jeong «White Roses in Red» ,2015, neon 50 x 244 cm

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