Patent box, perdite subito deducibili
I chiarimenti del direttore delle Entrate, Rossella Orlandi - Inviate 65mila lettere a partite Iva senza dichiarazione Verso un meccanismo di recupero nei periodi di imposta in cui sarà prodotto reddito
Il patent box avrà a breve attuazione. La prossima settimana l’agenzia delle Entrate dovrebbe emanare la circolare chiamata a dissipare i dubbi degli operatori (si veda l’articolo qui sotto). L’anticipazione è stata fornita dal direttore Rossella Orlandi a margine del convegno organizzato a Roma da PwC Tax and Legal Services e dallo Studio Centore & Associati sulla «Co-operative Tax Compliance» e i rischi fiscali collegati all’Iva. Le perdite saranno rese deducibili con un meccanismo di recupero quando i beni oggetto del patent box produrranno utili tassabili.
In materia di ruling, la circolare dell’Agenzia dovrebbe/potrebbe prevedere una sorta di istanza generale che le imprese interessate al beneficio potranno trasmettere alle Entrate per far conoscere la propria posizione in vista di un confronto più approfondito.
Orlandi è poi intervenuta sul tema dell’adempimento collaborativo introdotto dalla legge 23/2014 e poi attuato tramite il decreto legislativo 128/2015 per cui entro fine anno dovrebbero peraltro essere diffusi i provvedimenti applicativi dello stesso direttore delle Entrate.
Il nuovo sistema di gestione e controllo del rischio fiscale( definito dall’ Oc se“ta xc ontrolframework”) dovrebbe dotare il contribuente di meccanismi di governance e strumenti che gli consenta nodi identificare e valutare i rischi fiscali nei vari processi di business, confrontandosi tempestivamente con l’ amministrazione finanziaria .« È fondamentale prevenire l’evasione – ha spiegato infatti Orlandi – perché scoprire un’ evasione che si è già verificata è meno proficuo. In quest’ottica abbiamo da poco inviato lettere a 65mila soggetti che a nostro avviso devono presentare la dichiarazione Iva e che a settembre non l’hanno fatto. Questo ci permetterà di eliminare i casi dubbi e concentrarci ai fini dei controlli su quelli che non ci risponderanno in maniera soddisfacente».
La riforma rappresenta la volontà da parte del legislatore italiano di intraprendere un percorso sponsorizzato dall’Ocse («cooperative compliance») e che in numerosi paesi ha prodotto ottimi risultati: su tutti, il caso olandese in cui oltre il 95% dei grandi contribuenti aderisce all’equivalente regime di Horizontal Monitoring, lanciato nel 2005. Ma grandi di progressi si sono registrati anche in Gran Bretagna e in Portogallo, come ha ricordato Paolo Cento re, dove in un solo annol’ evasione nel 2014 è statari dotta del 7% grazie a forme di compliance connesse alla fatturazione elettronica :« Grazie aunsempl ice Pos di cui son ostati dotati i contribuenti che hanno interesse a farsi rilasciare lo scontrino e a comunicarlo all’agenzia per partecipare a una lotteria settimanale, mentre i venditori ricevono poi direttamente dall’ amministrazione il conto periodico dei pagamenti I vada fare ». L’ accessibilità al regime italiano, come ha sottolineato Orlandi, sarà limitata in una prima fase ai soggetti convolum ed’ affarino n inferiore a 10 miliardi di euro (23 aziende tr acui Eni,E nel, Telecom, Fin meccanica, Intesa San Paolo, Unicr ed it,e Generali ), nonché ai soggetti che avevano presentato istanza di adesione al progetto“pilota ”2013, dotati di un sistema di controllo interno perla gestione del rischio fiscale e con un volume di affarino n inferiore a 1 miliardo. In un periodo che va dai 3 ai 5 anni, inoltre, ci sarà la possibilità di adesione per grandi contribuenti con volume d’ affari sopra 100 milioni.