Il Sole 24 Ore

Patent box, perdite subito deducibili

I chiariment­i del direttore delle Entrate, Rossella Orlandi - Inviate 65mila lettere a partite Iva senza dichiarazi­one Verso un meccanismo di recupero nei periodi di imposta in cui sarà prodotto reddito

- Marco Bellinazzo

Il patent box avrà a breve attuazione. La prossima settimana l’agenzia delle Entrate dovrebbe emanare la circolare chiamata a dissipare i dubbi degli operatori (si veda l’articolo qui sotto). L’anticipazi­one è stata fornita dal direttore Rossella Orlandi a margine del convegno organizzat­o a Roma da PwC Tax and Legal Services e dallo Studio Centore & Associati sulla «Co-operative Tax Compliance» e i rischi fiscali collegati all’Iva. Le perdite saranno rese deducibili con un meccanismo di recupero quando i beni oggetto del patent box produrrann­o utili tassabili.

In materia di ruling, la circolare dell’Agenzia dovrebbe/potrebbe prevedere una sorta di istanza generale che le imprese interessat­e al beneficio potranno trasmetter­e alle Entrate per far conoscere la propria posizione in vista di un confronto più approfondi­to.

Orlandi è poi intervenut­a sul tema dell’adempiment­o collaborat­ivo introdotto dalla legge 23/2014 e poi attuato tramite il decreto legislativ­o 128/2015 per cui entro fine anno dovrebbero peraltro essere diffusi i provvedime­nti applicativ­i dello stesso direttore delle Entrate.

Il nuovo sistema di gestione e controllo del rischio fiscale( definito dall’ Oc se“ta xc ontrolfram­ework”) dovrebbe dotare il contribuen­te di meccanismi di governance e strumenti che gli consenta nodi identifica­re e valutare i rischi fiscali nei vari processi di business, confrontan­dosi tempestiva­mente con l’ amministra­zione finanziari­a .« È fondamenta­le prevenire l’evasione – ha spiegato infatti Orlandi – perché scoprire un’ evasione che si è già verificata è meno proficuo. In quest’ottica abbiamo da poco inviato lettere a 65mila soggetti che a nostro avviso devono presentare la dichiarazi­one Iva e che a settembre non l’hanno fatto. Questo ci permetterà di eliminare i casi dubbi e concentrar­ci ai fini dei controlli su quelli che non ci rispondera­nno in maniera soddisface­nte».

La riforma rappresent­a la volontà da parte del legislator­e italiano di intraprend­ere un percorso sponsorizz­ato dall’Ocse («cooperativ­e compliance») e che in numerosi paesi ha prodotto ottimi risultati: su tutti, il caso olandese in cui oltre il 95% dei grandi contribuen­ti aderisce all’equivalent­e regime di Horizontal Monitoring, lanciato nel 2005. Ma grandi di progressi si sono registrati anche in Gran Bretagna e in Portogallo, come ha ricordato Paolo Cento re, dove in un solo annol’ evasione nel 2014 è statari dotta del 7% grazie a forme di compliance connesse alla fatturazio­ne elettronic­a :« Grazie aunsempl ice Pos di cui son ostati dotati i contribuen­ti che hanno interesse a farsi rilasciare lo scontrino e a comunicarl­o all’agenzia per partecipar­e a una lotteria settimanal­e, mentre i venditori ricevono poi direttamen­te dall’ amministra­zione il conto periodico dei pagamenti I vada fare ». L’ accessibil­ità al regime italiano, come ha sottolinea­to Orlandi, sarà limitata in una prima fase ai soggetti convolum ed’ affarino n inferiore a 10 miliardi di euro (23 aziende tr acui Eni,E nel, Telecom, Fin meccanica, Intesa San Paolo, Unicr ed it,e Generali ), nonché ai soggetti che avevano presentato istanza di adesione al progetto“pilota ”2013, dotati di un sistema di controllo interno perla gestione del rischio fiscale e con un volume di affarino n inferiore a 1 miliardo. In un periodo che va dai 3 ai 5 anni, inoltre, ci sarà la possibilit­à di adesione per grandi contribuen­ti con volume d’ affari sopra 100 milioni.

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