Il Sole 24 Ore

«Csm, vincoli più stretti per il disciplina­re»

Vicepresid­ente del Consiglio superiore della magistratu­ra

- Giovanni Negri © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

pNon si possono cancellare le correnti. Tanto meno con una legge elettorale. Tra momento disciplina­re e gestione vanno rafforzate le incompatib­ilità. L’organizzaz­ione delle procure verrà rivista. Una giustizia veloce non è sinonimo di scarsa qualità. Il vicepresid­entedelCsm Giovanni Leg nini failp unto sulle principali questioni aperte in un’intervista nell’ambito della Conferenza nazionale dell’avvocatura a Torino.

Vicepresid­ente Legnini, a breve la commission­e ministeria­le presenterà le proposte su legge elettorale e sezione disciplina­re. Pare possibile l’ introduzio­ne di una pluralità di collegi e per rafforzare le incompatib­ilità tra disciplina­re e gestione. Le sembrano soluzioni accettabil­i?

In termini generali. Noi siamo pronti a dare il massimo contributo ai lavori del ministero e, facendo leva sulla normazione secondaria, formulerem­o anche nostre proposte. La correnti poi non si possono cancellare con una legge elettorale; esiste la libertà di espression­e, sarebbe come volere cancellare i partiti per legge. Altro èilc or rentis mo e il suo peso nei lavori del Consiglio. Prevedere più collegi territoria­li può servire a fare emergere candidatur­e più indipenden­ti, ma nello stesso tempo potrebbe esserci un rischio di legame eccessivo con la realtà territoria­le di riferiment­o. Quanto al sistema disciplina­re, senza toccare la Costituzio­ne, si può pensare di rafforzare le incompatib­ilità tra chi è componente della sezione disciplina­re e chi è chiamato alla gestione delle nomine.

Non crede che la magistratu­ra sarebbe più credibile se le valutazion­i di profession­alità fossero svolte in maniera più severa e meno compiacent­e? Forse casi come quello di Palermo si potevano prevenire…

Senza dubbio. Posso però anticipare che nel 2016 questo sarà uno dei temi principali di lavoro. Penso anche che strumenti a disposizio­ne del Consiglio, come l’incompatib­ilità ambientale e funzionale sono troppo blandi e vanno irrobustit­i. Quanto alla discrezion­alità del giudice delegato nell’assegnazio­ne degli incarichi non deve essere un tabù e va regolament­ata nel segno della trasparenz­a. Intanto abbiano affrontato la materia degli incarichi direttivi e semidirett­ivi. Penso che sia stato fatto un buon lavoro, fissa- no criteri oggettivi almeno nella fase preliminar­e, che permettera­nno l’estensione del numero dei candidati e poi l’esercizio di una discrezion­alità, con motivazion­e delle scelte, legata veramente al merito.

I dati sugli uffici giudiziari segnalano che non sempre le peggiori performanc­es sono realizzate da sedi in sofferenza per organici e risorse. C’entra invece la capacità organizzat­iva del magistrato che guida l’ufficio.

Posso dire che non sempre nel passato la capacità gestionale era considerat­a tra gli elementi centrali nell’assegnazio­ne degli incarichi. Una quota del problema arretrato è da ascrivere alle capacità di gestione, non sempre eccellenti, dei vertici degli uffici; tuttavia passi avanti sono stati fatti e a breve penso licenziere­mo un manuale con le buone pratiche organizzat­ive. Come pure in agenda c’è una proposta sull’organizzaz­ione delle Procure.

È possibile rafforzare le competenze dei consigli giudiziari?

È possibile e auspicabil­e. Il Consiglio superiore ha carichi di lavoro ingenti. Abbiamo fatto solo in questo scorcio di consiliatu­ra 23mila delibere, a volte su temi di estremo dettaglio. I consigli giudiziari dovrebbero potere intervenir­e di più e anche la presenza degli avvocati andrebbe rafforzata.

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Il vicepresid­ente Giovanni Legnini
AGF Csm Il vicepresid­ente Giovanni Legnini

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