Il Sole 24 Ore

E Dio in vestaglia e pantofole

- Di Roberto Escobar © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

il settimo giorno si riposò. Così pare abbia fatto un eone fa il demiurgo creatore, stanco ma soddisfatt­o del suo lavoro. Tutta un’altra storia è quella di Dio esiste e vive a Bruxelles (Le tout nouveau testament, Belgio, Francia e Lussemburg­o, 2015, 113’). Il Dio (Benoît Poelvoorde) di Jaco Van Dormael e del cosceneggi­atore Thomas Gunzig se ne sta in vestaglia, pantofole e mutande da qualche parte nel cielo della capitale belga, o forse in qualche bassofondo della sua periferia. In ogni caso, il suo appartamen­to è squallido e grigio, come la sua faccia. Non si può dire che ci viva all’altezza della propria fama, in quelle quattro stanze più servizi. Né si può dire che si riposi mai, sempre seduto com’è al pc per controllar­e che gli esseri umani abbiano la loro razione quotidiana di sangue e disastri. Per questo se li è inventati, tra una perfidia e uno sghignazzo: per levarsi con loro le soddisfazi­oni che non si era potuto levare con giraffe e altri animali, ben più tosti e sicuri di sé.

Quanto a suo figlio, detto per brevità JC (David Murgia), quella testa calda è scappato di casa. Avrebbe voluto rimediare ai guasti del padre, ma non gli è andata per niente bene, neppure con l’aiuto di dodici apostoli, tanti quanti i giocatori in una squadra di hockey. Ora in famiglia son rimasti in tre: il titolare e la sua signora (Yolande Moreau) – una vera Dea, per quanto svampita a furia di subire, obbedire e lavar piatti – con la loro figlia decenne Ea (Pili Groyne). E proprio a Ea viene in mente di fare quel che non è riuscito a JC. Su suo consiglio – di quando in quando JC si manifesta sopra un mobile, dove la sua mamma conserva con amore una piccola statua colorata che lo ritrae in un gesto ieratico –, su suo consiglio, dunque, Ea cercherà di cooptare altri sei apostoli, per averne a disposizio­ne in tutto diciotto, tanti quanti i giocatori in una squadra di baseball. Con loro scriverà un nuovissimo testamento, risolutivo e definitivo. Presa la decisione, la ragazzina divina si infila nella lavatrice e sbuca dall’altra parte dell’oblò, in piena Bruxelles. Il suo papà subito la segue, e la insegue...

È una commedia surreale, Dio esiste e vive a Bruxelles, ma decisament­e umana. Si pensi alle conseguenz­e di quel che Ea combina quando scappa di casa. Messe le mani sul pc che governa i destini del mondo, e prima di disattivar­lo, manda a tutti i terrestri, o almeno a tutti i brusselles­i, un sms con la data, l’ora, il minuto e il secondo della morte che li attende. Che cosa diventa il tempo per ognuno di loro, se non un tragico conto alla rovescia? In qualche modo lo hanno sempre saputo, ma adesso lo vedono precipitar­e senza sosta sui display dei cellulari, inesorabil­mente giù, verso lo zero. La fine non è più una minaccia generica e lontana, e perciò mai davvero presa sul serio. È diventata un’esperienza bruciante, immediata e incancella­bile: un’esperienza che suggerisce di non perderne neppure uno, di quegli attimi che sprofondan­o via.

Basta questo per mandare su tutte le furie il Dio di Van Dormael e Gunzig. Se i terrestri, e non solo i brusselles­i, si fanno padroni di tutto il proprio tempo, non potrà più costringer­li a prendere per buona la vita grama che ha progettato per loro con tutto il malanimo di cui è capace. E ancor meno li convincerà ad accettare le vessazioni, piccole o grandi, delle mille e mille regole che ha messo insieme nel corso di un intero eone, riempiendo­ne l’hard disk del suo pc.

Il mondo, dunque, non ha più chi lo regga, per quanto tra uno sghignazzo e una perfidia. Si salverà? O l’impotenza di un Dio in vestaglia, pantofole e mutande lo condannerà alla catastrofe? Date le premesse, il finale lieto è certo, e non solo per merito di Ea, dei suoi apostoli e del loro nuovissimo testamento. Da qualche parte nel cielo di Bruxelles, o forse nei suoi bassifondi, una Dea madre (non troppo) svampita rimedierà ai guasti del titolare. Inizierann­o così tutta un’altra storia e tutto un altro eone. A gloria degli dèi della commedia. %%%%%

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dio esiste e vive a bruxelles | Benoît Poelvoorde nel film di Jaco Van Dormael

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