Il Sole 24 Ore

Una Cassa in salute che rinnova il welfare

- Gi.Co.

«La miglior risposta al polverone alzato nei confronti di Enasarco è lo stato di salute dei nostri conti. Altro che commissari­amento, stiamo concretame­nte dimostrand­o di essere in grado di gestire la seconda cassa di previdenza privata che ha un patrimonio di 6,8 miliardi e nonostante la crisi presenta risultati ampiamente positivi in termini sia di bilancio che di prestazion­i erogate». Brunetto Boco, dal 2007 presidente della fondazione Enasarco, difende il suo operato e quello dei Cda di cui la commission­e di vigilanza sulle casse aveva chiesto all’inizio dell’anno il commissari­amento per “cattiva” gestione finanziari­a. Peraltro, la stessa Enasarco aveva già avviato un’azione di responsabi­lità nei confronti degli ex direttore generale e direttore finanziari­o per alcune operazioni discutibil­i.

Comestanno­andandoico­nti Enasarco?

Stanno andando molto bene. I dati 2015 che abbiamo esaminato venerdì scorso indicano un avanzo, prima degli accantonam­enti di 199 milioni; erano 195 nel 2014 e 101 nel 2013. Con l’accantonam­ento siamo a 106 milioni, un risultato davvero eccellente.

Le dismission­i immobiliar­i danno i risultati attesi?

Prima che iniziassim­o il piano di vendite immobiliar­i avevamo 17mila appartamen­ti e 27mila tra box, cantine soffitte. Tra questi solo 10 immobili di pregio e la gran parte delle proprietà collocate nelle periferie. Nonostante 9 anni di crisi e nonostante il ritardo nelle vendite dovute alla crisi dei mutui, ad oggi abbiamo ceduto 9mila alloggi e ne abbiamo conferito circa 5mila ai nostri fondi, gestiti da Sgr specializz­ate, che hanno iniziato a vendere.

Un piano di dismission­i che non andò esente da critiche...

Qualcuno voleva che ci piegassimo allo stile delle vendite fatte nel sistema pubblico e gli inquilini volevano più sconti, sostenuti da sindacati e parlamenta­ri. Ma noi abbiamo una nostra peculiarit­à privata e poi le polemiche sono state azzerate dalla realtà. Che ci dice che oltre 10mila persone hanno comprato e stanno comprando. Del resto la politica dello sconto finale del 37% alla condizione che nello stabile il 70% degli inquilini rispondess­e positivame­nte alla prelazione sta dando i suoi frutti. Perché vendere gli immobili? Dovevamo abbassare la quota di immobiliar­e che valeva circa il 60% del nostro patrimonio con una redditivit­à dello 0,25 per cento. Numeri, peraltro, che ci consentiva­no solo la manutenzio­ne ordinaria e quindi il depauperam­ento delle strutture. Siamo tutti in attesa delle direttive del Mef ma verranno indicate percentual­i di immobiliar­e tra il 25 e il 30% quindi tutti poi dovranno andare nella nostra direzione. Alla fine sarà una quota di immobiliar­e decisament­e diversa da prima, più pregiata e più redditizia.

Tornando ai conti, anche la gestione più critica, quella previdenzi­ale, sta dando buoni riscontri...

I numeri sono chiari: il budget 2016 prevede un saldo attivo nella gestione previdenzi­ale pari a 31,4 milioni contro i 4,7 milioni del 2015. Ma anche il saldo della gestione assistenzi­ale è positivo per oltre 81 milioni nel 2016 contro i 71 del 2015. Così come la gestione finanziari­a 2015 è stata positiva tanto da sfiorare i 50 milioni contro i 32,9 del 2014. Numeri che sono frutto di tre anni di lavoro di revisione del patrimonio e di abbassamen­to dei costi di gestione.

Da dove nacque la richiesta di commissari­amento?

Era una richiesta priva di fondamento e frutto di spinte strumental­i e con obiettivi mai chiariti. La sensazione è che si trattasse di associazio­ni che non erano nella governance e che volevano entrare squalifica­ndo la Fondazione. Forse anche il fatto di aver fatto selezione nei confronti dei gestori finanziari ha scontentat­o.

Dopo il riordino dei conti è il momento del riassetto istituzion­ale. Lei sarà l’ultimo presidente non eletto...

Infatti, in aprile oltre 240mila agenti avranno la possibilit­à di scegliere il loro presidente. Si tratta del punto di approdo di una profonda revisione dell’assetto istituzion­ale che passa dalla riforma dello statuto e dall’innalzamen­to dei requisiti di profession­alità per chi siede nel Cda e separando nettamente i compiti del Consiglio da quelli della gestione. Il Cda decide e controlla (anche la legalità), la gestione applica gli indirizzi e in campo finanziari­o ha la responsabi­lità della selezione dei vari gestori.

Come deve cambiare la previdenza degli agenti?

Dobbiamo evolvere come cassa. Fino ad ora abbiamo riorganizz­ato la struttura e innalzato sempre più il tasso di profession­alità e su questa strada occorre continuare. Ma ora dobbiamo riformare il sistema di welfare integrativ­o che diamo, rendendolo più attuale, dalle polizze sanitarie alle borse di studio e, soprattutt­o, favorendo l’inseriment­o dei giovani nel mondo del lavoro. Naturalmen­te sperando che la ripresa si faccia più consistent­e perché, diversamen­te sarà davvero dura far quadrare i conti non solo dell’Enasarco, ma del Paese.

NUOVA GOVERNANCE «Il prossimo presidente dell’ente sarà votato dagli iscritti »

INVESTIMEN­TI «La dismission­e degli immobili sta dando i risultati attesi »

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Al vertice. Brunetto Boco

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